Letizia racconta suo zio Romolo Valli: «Sento ancora il suo profumo»
Una testimonianza importante, di quando questo zio "speciale" tornava a Reggio Emilia a trovare la sua famiglia
Reggio Emilia «Romolo per me bambina e ragazzina era lo zio lontano nel senso che non abitava a Reggio ma stava a Roma perché faceva teatro... però era legatissimo a sua mamma, la nonna Matilde che viveva con noi con mio papà a casa nostra (Ettore Valli detto "Metto" soprannome che viene da ometto dato che era il più grande), Romolo il più piccolo in casa era detto Mimmolo, l’altro zio Franco lo chiamavano Veleno. I ricordi più belli, per me e per mia sorella Francesca, sono di quando lo zio era in tournée nei teatri dell’Emilia-Romagna e, finito lo spettacolo, lui e Giorgio De Lullo erano sempre ospiti a casa di mio padre».
Letizia, nipote di Romolo Valli, con tanto entusiasmo racconta di questo zio "speciale" e di quando andava a trovare la sua famiglia. «Era bellissimo: intanto la preparazione della casa! Per una settimana si lavorava per l’arrivo di Romolo perché mia nonna, molto agitata, doveva fare dai tortelli ai cappelletti a tutto quello che si poteva e poi perché bisognava mettere delle tende nere nella camera in quanto De Lullo dormiva solo con il buio più assoluto. Noi dovevamo stare zitte di giorno perché loro dormivano... però la cosa più entusiasmante era che, dopo teatro, venivano a casa di mio papà con tutta la compagnia ed era veramente una festa. Facendo così abbiamo conosciuto praticamente tutto il teatro italiano».
Letizia racconta anche di un particolare molto divertente e allo stesso tempo intimo: «Mia nonna aveva una tovaglietta abbastanza piccola, un metro per 60, che faceva firmare agli attori e poi la ricamava in modo tale che queste firme rimanessero leggibili: e ci sono proprio tutte da Walter Chiari a Bud Lancaster, da Anna Maria Guarnieri a Umberto Orsini. La tovaglia sarà esposta in questi giorni al Ridotto del Valli e di questo sono molto felice». Il racconto di Letizia poi si sposta sulle caratteristiche del rapporto tra i fratelli Valli. «Romolo quando veniva a casa si metteva a chiacchierare con i suoi fratelli in salotto e noi stavamo ad ascoltarli per ore, perché lo zio era un narratore incredibile, un affabulatore... Il fatto è che era un attore di prosa impegnata, ma aveva anche una verve comica pazzesca e a volte ci faceva delle imitazioni che ci facevano ridere a crepapelle! Lo ricordo nella Ballata dell’anarchico Caserio - Caserio è l’uccisore di Carnot il Presidente della Repubblica Francese e si trova anche su YouTube - poi nei Caroselli divertentissimi, ad esempio quello della China Martini».
A volte, i ricordi sono anche profumi e sguardi. «Se ci penso, sento ancora il suo profumo avvolgente che si diffondeva immediatamente nelle stanze quando arrivava a casa nostra, sempre elegantissimo con il loden blu e la sciarpa. Aveva questo odore meraviglioso addosso... ed era molto molto affettuoso con noi».
A quanto pare, oltre al profumo, a casa Valli si respirava molta cultura. «Mi preme ricordare - sottolinea infatti Letizia - oltre a all’intelligenza e all’ironia dello zio, il fatto che fosse curioso di tutto e avesse una profonda cultura. Tutta la mia famiglia d’altra parte era colta ma nel senso più bello, senza cioè farlo mai pesare. Romolo era un onnivoro nella lettura come gli altri fratelli che leggevano tanto ma avevano questa profonda modestia e umiltà nel porsi di fronte agli altri. Posso dire che sono molto grata di essere cresciuta con loro soprattutto perché mi hanno insegnato il senso della laicità, del rispetto e della libertà di scelta».