La tragedia di Vermicino a Reggio Emilia nel monologo di Fabio Banfo
“Alfredino-L’Italia in fondo a un pozzo” alle Officine Creative Reggiane in via Gioia
Reggio Emilia “Alfredino-L’Italia in fondo a un pozzo” torna a Reggio sabato 8 febbraio (ore 21) e domenica 9 febbraio (ore 19) negli spazi delle Officine Creative Reggiane in Via Gioia 4 (ingresso da Via Tonale). Il monologo, scritto ed interpretato da Fabio Banfo, è uno spettacolo di Effetto Morgana, prodotto dal Centro Teatrale MaMiMò e guidato dalla regia di Serena Piazza. Quando Alfredino Rampi finì dentro a un pozzo artesiano nella campagna di Vermicino, tutta l’Italia sprofondò con lui. I rutilanti anni Ottanta ci fiondavano verso un benessere di cartone, ma il decennio era iniziato con presagi sinistri: le stragi di Ustica e Bologna, il terremoto in Irpinia, l’Affare P2, l’attentato al papa, le Brigate Rosse. La diretta televisiva durò 60 ore e fu un avvitarsi di speranze e delusioni, soluzioni grossolane e fallimenti. Fino al tragico epilogo, la mattina del 13 giugno. «Sono nato nello stesso anno di Alfredino – racconta il protagonista Fabio Banfo – il 1975. L’anno della morte di Pier Paolo Pasolini. Il poeta con cui ho iniziato ad amare la poesia, l’impegno civile. Il poeta che ha cantato le periferie romane, le borgate, e che ha profetizzato pochi anni prima di Vermicino, il ruolo che avrebbe avuto la televisione nella dissoluzione della cultura popolare italiana. Ho cercato di trattare questa vicenda con la massima sensibilità, partendo dalla mia identificazione di bambino e dall’idea che, se non fosse caduto in quel pozzo, Alfredino avrebbe fatto un cammino parallelo al mio, ascoltando la stessa musica, vivendo le stesse esperienze. Ho cercato di curare un poco il dolore con la poesia. Di riportarlo in vita, attraverso di me, con me. Era tutto quello che potevo fare per lui». La narrazione è dosata, eppure tiene con il fiato sospeso. Biasima la sfilza di errori commessi, ma riconosce la buona fede di chi li commise. Restituisce gli ultraquarantenni ai loro ricordi e oncede a chi non era nato un’immaginazione vivace. La regia è sobria e proprio per questo in grado di evocare quella tragedia in modo simbolico e spirituale e al contempo concreto e carnale. E così, parola dopo parola, grazie alla sensibilità e al talento di Banfo, prendono vita alcuni dei personaggi che hanno accompagnato l’intera vicenda. Info: biglietteria@mamimo.it o telefonare allo 0522/383178. © RIPRODUZIONE RISERVATA