Gazzetta di Reggio

Domenica 9 febbraio

“Pecore in transito”, il primo film sull’arte e la vita di Serafino Valla

“Pecore in transito”, il primo film sull’arte e la vita di Serafino Valla

Il lungometraggio sarà presentato a Palazzo Sartoretti a Reggiolo

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Reggiolo La mostra monografica “Serafino Valla. L’eterno ritorno in Emilia”, curata da Federica Merighi negli spazi storici di Palazzo Sartoretti a Reggiolo, si concluderà domenica alle 17 con la proiezione in Sala dei “Miti di Pecore in transito. Meditazione tra inconscio e presente”, il primo film sull’arte e la vita di Serafino Valla, tra immagini, ricordi e testimonianze. La proiezione Diretto da Adriana Dossi e Gigi Corsetti e prodotto da Giuseppina Valla e dall’Associazione Il Seminatore di Valla con musiche originali di Massimo Zamboni, il lungometraggio è dedicato al pittore, scultore e scrittore emiliano, nato a Luzzara e vissuto nei territori attorno al Po tra il 1919 e il 2014. La partecipazione alla serata è gratuita; non è richiesta la prenotazione. Saranno presenti in sala Adriana Dossi e Gigi Corsetti (progetto, direzione artistica e regia), insieme a Giuseppina Valla, figlia dell’artista e curatrice dell’archivio. Attraverso tracce autobiografiche lasciate con intenzione e lucidità dall’artista, il film ne ripercorre la vita, mettendo a fuoco il suo messaggio artistico, umano e sociale. Le immagini dei quadri di Serafino Valla, i colori e le forme, la materia delle sculture, gli aforismi e gli altri suoi scritti sono i protagonisti del film, con i racconti e le riflessioni offerte da chi ha conosciuto l’artista e le sue opere, con l’auspicio che la semina e la disseminazione dalla vita e dalle creazioni di Valla garantisca la presenza di poesia... perché “poesia presente o assente, questo il problema” (Serafino Valla, Aforisma 131). In viaggio Il film è un viaggio tra passato e presente, tra sogno e realtà, dove l’incontro di persone che hanno conosciuto l’artista o le sue opere (tra cui Alfredo Gianolio, Grazia Honegger Fresco, Anna Maria Pedretti, la figlia Giuseppina Valla e molti altri), la messa in scena della sua vita e il messaggio dei suoi quadri, accompagnati dai suoi stessi aforismi, portano lo spettatore nella dimensione dell’inconscio, tanto cara a Serafino Valla e da lui esplorata con capacità di osservazione, lucidità e realismo, senza mai tradire la poesia della vita e dell’arte.

La mostra

L’esposizione “Serafino Valla. L’eterno ritorno in Emilia” si configura come un vero e proprio viaggio che ripercorre la lunga carriera dell’artista. Dalla pittura al disegno, dalla scultura all’incisione, ogni opera offre al pubblico uno sguardo sulla natura, i luoghi e la vita quotidiana che hanno caratterizzato la sua vita nell’atmosfera dei paesaggi emiliani. Un ritorno emozionante, ma raccolto, come le figure che abitano e spesso accompagnano i suoi dipinti, capaci di suggerire quell’analisi interiore necessaria per comprendere il mondo. «Serafino Valla – scrive Giammarco Puntelli – non è solo un pittore naïf nel senso tradizionale del termine, è un pensatore, un poeta del colore, capace di orchestrare una narrazione visiva che abbraccia la condizione umana nella sua totalità: i suoi bisogni, le sue paure, le sue speranze, i sogni e le fatiche, e quella “volontà di connessione” che, come lui stesso ci ha dimostrato, rappresenta il filo conduttore della nostra esistenza». Il percorso espositivo comprende una sessantina di opere, realizzate dal 1963 al 2011. Ad accomunare i lavori in mostra, è un personaggio ricorrente, l’uomo con il cappello, emblema di un percorso interiore che l’osservatore è chiamato a intraprendere. Il cappello stesso, un elemento simbolico che Valla ripete con coerenza, allude alla necessità di scoprire e conoscere la propria identità, di “guardarsi dentro”, perché «l’ignoranza è l’ultima barriera tra l’individuo e l’infinito». «Mio padre – racconta la figlia Giuseppina Valla, custode e curatrice delle opere dell’artista – ha sempre avuto nel cuore le sue origini, il legame col territorio e soprattutto con le persone di Luzzara, paese di nascita, e Reggiolo, paese dove è vissuto. Riportare ora le sue opere a “casa”, nel cuore di Reggiolo, a Palazzo Sartoretti, mi rende felice e orgogliosa». In occasione della mostra, l’opera Vangatore (1992) entrerà inoltre nella collezione permanente di Palazzo Sartoretti, dove sono già presenti tre dipinti di Serafino Valla. L’esposizione è aperta al pubblico il sabato dalle 10 alle 12 (solo su prenotazione) e la domenica dalle 10 alle 12 e dalle 15 alle 18 (ingresso gratuito). Per informazioni e prenotazioni: tel. 379/283 7474. © RIPRODUZIONE RISERVATA