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Il futuro della Regìa

«Reggiana, Amadei è stanco ed è deciso a cedere le sue quote»

Wainer Magnani
«Reggiana, Amadei è stanco ed è deciso a cedere le sue quote»

Il presidente Salerno: «Bisogna trovare qualcuno che subentri alle sue quote, poiché le mie quote non sono in vendita»

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Reggio Emilia «Senza Romano Amadei la Reggiana non esisterebbe, perché non c’è stato nessuno che sia venuto a rilevare le quote di chi ha lasciato il club». Così, mercoledì, il presidente granata Carmelo Salerno ha affrontato il tema del futuro della società. «Io ho aumentato la mia quota, forse anche sbagliando, e sono arrivato al 30%, spendendo negli anni delle follie. Per fortuna Amadei è arrivato al 65% e ripeto: senza di lui la Reggiana non ci sarebbe perché nessun altro ha sostituito chi ci ha lasciato. Adesso Romano Amadei è un po’ stanco e vorrebbe vendere. L’ha detto pubblicamente». Non è facile trovare un altro Romano Amadei. «Questo può diventare un problema, perché bisogna trovare qualcuno che subentri alle quote di Amadei, poiché le mie quote non sono in vendita. Io ho la speranza e la volontà di voler proseguire questo percorso, che posso dire con orgoglio di aver contribuito a far nascere. In questi due anni la Reggiana ha iniziato un ciclo nuovo, che purtroppo si è interrotto con la partenza di Goretti, però possiamo ancora farlo crescere. È un progetto di squadra e di strutture che lo scorso anno si è un po’ interrotto, ripeto, ma occorre avere una continuità per quattro o cinque anni per poter raggiungere l’obiettivo del pareggio di bilancio».

Lei non molla?

«La mia speranza è quella di continuare, pur dovendo trovare un socio che prenda le quote di Amadei. Io non voglio lasciare. Ripeto: le mie quote non sono in vendita ma non posso continuare da solo, perché non sono maturate le condizioni che mi ero posto per arrivare al pareggio di bilancio. Se così fosse stato non avremmo avuto bisogno di nuovi soci, perché la Reggiana si sarebbe autogestita. Abbiamo fatto un centro sportivo ma ci siamo fermati al campo mentre occorrono tempo e investimenti per farlo diventare il più bello d’Italia».

Sta quindi cercando personalmente dei nuovi soci?

«Io non li sto cercando, perché in questo modo si trova la persona sbagliata. Diversi potenziali acquirenti hanno incontrato i soci della Reggiana ma non il sottoscritto. Non credo, però, ci siano al momento acquirenti adatti, da quello che ho visto io, per la Reggiana».

Quale sarà la sua posizione, oltre a non voler cedere il suo 30% di quote?

«Nel nostro statuto c’è il diritto di veto e di conseguenza di prelazione. Su chi si è presentato avrei posto il veto. La Reggiana non può passare da una delle persone più importanti di Reggio Emilia al primo che passa. Vorrei che ci fossero gli imprenditori reggiani a bussare alla porta per avere gratuitamente le nostre quote. Dopo Amadei ci deve essere uno come Amadei: una figura con le stesse moralità, esperienza e onestà di Romano».

Nessuno dei potenziali acquirenti che hanno bussato alla porta di Amadei è reggiano?

«Tutti extra Reggio ed extra Italia».

Cambiamo argomento: cosa ci dobbiamo aspettare dal mercato?

«Prima delle entrate dobbiamo fare le uscite. Le eccezioni sono state Sosa e Kumi perché altrimenti li avremmo persi. Siamo consci che siamo carenti in altri due ruoli ma dobbiamo anche rispettare dei parametri economici. Viali in una riunione ci ha fatto un elenco dei giocatori indispensabili, che sono molto meno di una ventina, e di quelli che invece possono essere ceduti. Il mister vuole una rosa ristretta e allenare al massimo 22 giocatori. Un concetto, questo, espresso chiaramente ai giocatori, che dovranno scegliere se rimanere ma allenarsi a parte o se invece cercare un nuovo contratto altrove. Non saranno fuori rosa ma si alleneranno con queste nuove modalità».

Soddisfatto di questa prima parte di stagione della Reggiana?

«Parlerò alla squadra e dirò che sono orgoglioso di quello che abbiamo fatto, non tanto dei 21 punti alla fine dell’andata, che sono pochi per salvarci, ma perché abbiamo iniziato un nuovo percorso: nuovi giocatori, allenatore e direttore sportivo. Ricordo la diffidenza che c’era all’inizio nell’ambiente e che ora è stata superata. È servito tempo per trovare la giusta sintonia tra squadra, mister e ds. Tutti hanno fatto un grandissimo lavoro per trovare le giuste soluzioni, nonostante gli alti e bassi. Nel girone di ritorno dovremo fare più di 21 punti e siamo nelle condizioni di fare punti con tutti».

Nel progetto di mercato c’è la ricerca di un attaccante?

«Di centravanti ne abbiamo tre. Considero Gondo fondamentale, Vido bravissimo e Pettinari ha fatto il suo. Se uno di questi non esce è difficile aggiungere un altro attaccante, sia per un discorso di rotazioni ma anche economico».

Ha criticato molto la gestione del settore giovanile.

«Il settore giovanile deve creare atleti per la prima squadra ma soprattutto creare il senso di appartenenza in città e valorizzare il territorio. Dobbiamo ritrovare al più presto questo spirito»l © RIPRODUZIONE RISERVATA