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La manifestazione

Reggio Emilia chiede «Giustizia per Ramy» e protesta contro il Ddl Sicurezza

Nicolò Valli
Reggio Emilia chiede «Giustizia per Ramy» e protesta contro il Ddl Sicurezza

Venerdì sera la manifestazione “100mila Luci”

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Reggio Emilia Una passeggiata pacifica, non priva di qualche momento di tensione, per rimarcare il “no” fermo al Ddl Sicurezza e chiedere giustizia per Ramy Elgaml, il ragazzo morto in scooter a Milano durante un inseguimento dei carabinieri lo scorso 24 novembre.

Venerdì sera un centinaio di manifestanti hanno partecipato all’iniziativa “100mila Luci”, che si svolgeva parallelamente anche in altre città italiane e che vuole, testualmente “fare luce contro il buio del regime”.

Il riferimento è al Ddl Sicurezza che, in attesa di essere approvato al Senato, sta generando polemiche e spaccature. La camminata di ieri sera, organizzata da Casa Bettola, Laboratorio Aq16 e Città Migrante, è partita da via Martiri della Bettola e arrivata davanti alla prefettura in Corso Garibaldi, dove sono state posizionate a terra le candele.

Un momento particolarmente significativo si è verificato all’altezza di Porta Castello quando, in accordo con la Digos che ha garantito la sicurezza e presidiato il corteo, i manifestanti hanno di fatto bloccato la Circonvallazione, esponendo lo striscione “Contro il buio del regime fermiamo il Ddl paura”. Alcuni contestatori hanno minacciato e inveito da lontano, senza però avvicinarsi ai manifestanti.


In mattinata, intanto, era stato il coordinamento studentesco Rabûn ad aderire alla protesta. I ragazzi, nel cortile del Polo Scolastico di via Makallè, hanno esposto lo striscione “Verità e giustizia per Ramy e Fares” ribadendo poi i propri pensieri attraverso una nota: «La morte di Ramy Elgaml ha sconvolto la nostra comunità e sollevato un'interrogazione profonda su come vengono trattati i diritti dei cittadini, soprattutto quelli più vulnerabili. Ramy, un giovane ragazzo, è stato ucciso e questo evento ha portato alla luce una serie di interrogativi sulla brutalità razzista e sull’uso della forza da parte delle forze dell'ordine, ma anche sul contesto in cui viviamo».

Prosegue il collettivo: «Ramy non è solo una vittima di un episodio di violenza, ma il simbolo di una situazione che troppo spesso si ripete: la criminalizzazione di alcune fasce di popolazione, anche e soprattutto su base razziale».