Reggio Emilia: il nuovo campo d’atletica si farà, acceso un mutuo da 6 milioni
Sorgerà in un’area di circa centomila metri quadrati tra l’area del Campus universitario dell’ex San Lazzaro, le ex Reggiane e l’Arena Campovolo
Reggio Emilia È uno dei progetti a cui il predecessore di Marco Massari teneva in modo particolare. Sia per i trascorsi da giovane promessa dell’atletica leggera, sia soprattutto per il fatto che dopo una serie di rammendi e ripieghi, di restauri dell’esistente, non è più rinviabile la nascita di uno stadio ad hoc per l’atletica leggera. Così almeno la pensava la precedente giunta guidata da Luca Vecchi, decisa a non investire un euro in più sul vecchio impianto “Camparada” che, oltre ad aver “drenato” corposi investimenti anche in anni recenti per la propria riqualificazione e messa a norma, aveva e ha tuttora un grosso e inguaribile difetto: sorge in una delle aree più inquinate e meno salubri della città, all’ombra dell’asse viario di Via del Partigiano. Invero, l’iter di questo progetto non è stato sempre spedito e lineare, se è vero che, soprattutto nell’ultimo anno altri progetti hanno messo la freccia rispetto a questo, che pure non è rimasto soltanto nel cassetto dei sogni di Vecchi, se è vero che proprio la sua giunta ha deciso di finanziare – accendendo un mutuo con l’Istituto di credito sportivo per un importo di 6 milioni – il primo stralcio dei lavori per 8 milioni e mezzo di euro (gli altri 2,5 milioni verrebbero da fondi regionali).
Il progetto
Una cifra importante che – secondo il progetto – corrisponde al costo del primo stralcio, la prima parte dei lavori, che servirebbe comunque a rendere immediatamente fruibile la struttura. Secondo il progetto, con gli otto milioni e mezzo, il Comune otterrebbe comunque la realizzazione delle “parti più importanti, funzionali e maggiormente caratterizzanti dell’impianto” che sorgerebbe in un’area di circa centomila metri quadrati compresa tra l’area del Campus universitario dell’ex San Lazzaro, l’area delle ex Reggiane e l’Arena campovolo. In particolare, si realizzerebbe la nuova pista di atletica regolamentare a otto corsie, con campo interno; verrebbe poi realizzata un’area lanci esterna e ovviamente il primo stralcio del progetto prevede un vero e proprio blocco dei servizi e spogliatoi per atleti, giudici di gara, medici e servizi antidoping, una zona adibita a ufficio e una destinata alla portineria, oltre a una palestra e a un deposito per le attrezzature. Nel primo stralcio dei lavori è previsto anche l’impianto di illuminante con torri faro, un impianto d’irrigazione, la sistemazione delle aree attorno all’impianto e la creazione di parcheggi oltre a tutte le altre opere che dovranno mettere in collegamento tra loro le varie aree a vocazione sportiva che sorgono (o potrebbero sorgere nell’area: non è infatti escluso che in quell’area possano trovare spazio anche altre attività sportive). Autore della progettazione lo studio Teco+ partners di Bologna in associazione temporanea di impresa con lo studio di ingegneria Guidetti-Serri di Reggio Emilia. «Il progetto dello stadio di atletica di Reggio Emilia sviluppato dai due studi – si legge in una nota dei progettisti – è totalmente accessibile, anche da parte di atleti paralimpici e persone del pubblico con disabilità e sostenibile, in quanto si avvarrà di energia elettrica da fonti rinnovabili con il ricorso a fonti rinnovabili. Da non dimenticare inoltre l’inserimento nel contesto paesaggistico e l’integrazione fra le funzioni primarie sportive-agonistiche e quelle “di supporto” con i percorsi integrati per il benessere, l’attività fisica spontanea, il tempo libero».
Nubi dissipate
Nelle ultime settimane il Comune ha riaffermato la volontà di proseguire sulla strada tracciata da Luca Vecchi e dalla sua giunta. E lo ha fatto dopo una attenta verifica di tutti i pro e i contro della vicenda. L’intenzione di andare avanti con la costruzione del nuovo impianto di atletica sarebbe stata ribadita anche in un recente confronto tra amministrazione comunale, Fondazione per lo sport e le stesse società sportive di atletica leggera che da anni chiedono che Reggio Emilia si doti finalmente di un impianto degno di questo nome, fermando la “diaspora” di tanti talenti che, nonostante i natali reggiani sono stati costretti a emigrare nelle città vicine proprio per la carenza di strutture adeguate. Certo, la cifra necessaria non è irrisoria ma anche l’estinzione di un mutuo già acceso (e destinato a quel genere di opera) non sarebbe comunque una operazione a costo zero per l’ente pubblico. Tanto più che – e questo è un particolare che sarebbe emerso nel corso del confronto tra il Comune e le società sportive – i più recenti interventi sul vecchio Camparada avrebbero già mostrato la loro provvisorietà, come le toppe che si rivelano peggio del buco. Un altro argomento a favore del progetto del nuovo campo d’atletica leggera è legato al tema degli espropri del terreno necessario a ospitare l’impianto. La giunta Vecchi, con l’allora assessora allo sport Raffaella Curioni e con i dirigenti dei vari uffici tecnici coinvolti, aveva già intavolato una trattativa con colui che sarebbe l’unico proprietario del terreno, oggi agricolo, su dovrebbe sorgere l’impianto. Una volta chiusa la partita dell’esproprio, il Comune potrebbe poi approvare il progetto esecutivo e, quindi appaltare i lavori. Sui tempi è difficile oggi fare pronostici. È evidente che qualche mese si è perso e dovrà essere recuperato. Per la realizzazione del primo stralcio era inizialmente previsto circa un anno di tempo. Il secondo e il terzo stralcio, destinati a interventi successivi, riguardano opere accessorie, la tribuna e la pista rettilinea indoor attigua all’impianto scoperto.l © RIPRODUZIONE RISERVATA