Da vent’anni volontario della Croce Rossa: la storia di Fabrizio Montanari
Racconta la sua esperienza di volontariato, oggi si occupa dei rapporti con la stampa
È forse sbagliato fare tante cose se è per aiutare chi è in difficoltà o per narrare ciò che ci circonda? Chi scrive ha avuto il piacere di colloquiare con il volontario reggiano (ma è e fa tante altre cose) Fabrizio Montanari, che ci ha permesso di immergerci nel suo mondo. Alle spalle ha 20 anni di volontariato in Croce Rossa. In qualità di giornalista dal 2021 ha ricoperto il ruolo di “Responsabile Comunicazione e Relazioni esterne del Comitato Regionale CRI dell’Emilia Romagna” e recentemente è stato riconfermato a supportare il medesimo comitato nella veste di referente delle relazioni con la stampa del Comitato regionale CRI Emilia Romagna”.
Nello specifico, di cosa si occupa?
«Nonostante i sacrifici che comporta, non ho mai seguito una direzione specifica. È così che oggi mi trovo a dividermi continuamente tra il lavoro in banca, il ruolo di sindacalista, gli allenamenti in piscina – in modo da essere sempre pronto a salvare vite in acqua, in quanto bagnino–, la Croce Rossa e la mia attività di giornalista iscritto all’albo. Negli ultimi tre mesi ho percorso più di 7mila chilometri in auto, ma non rimpiango nulla».
Di quali parole si avvarrebbe per descriversi?
«Le risponderò con due famose locuzioni latine: Carpe diem (cogli l’attimo) e Faber est suae quisque fortunae (ciascuno è artefice della propria sorte)».
Cosa l’ha spinta a fare parte del grande mondo del volontariato?
«Faccio parte della Croce Rossa (comitato di Quattro Castella) da un ventennio. Vi entrai spinto da un caro amico che, purtroppo, non c’è più. Certo, affrontare situazioni di emergenza non è sempre semplice, ma è comunque gratificante. Ricopro poi il ruolo di istruttore FULL-D pertanto istruisco sia volontari di Croce Rossa sia normali cittadini riguardo le manovre salvavita sia su soggetti adulti che pediatrici, anche con l’uso del defibrillatore. Sono anche parte integrante del gruppo Opsa (operatori polivalenti salvataggio in acqua) di Reggio Emilia e curo la comunicazione e le relazioni esterne del comitato regionale CRI dell’Emilia- Romagna. Non mi chieda dove trovo il tempo, non lo so neanch’io».
E il giornalismo quando arriva?
«Quando ancora avevo i capelli totalmente scuri (ride, ndr). Oggi spazio dallo sport, trattando le prime squadre locali (la Reggiana calcio e la Unahotels per il basket), all’illustrare varie attività di Croce Rossa fino al presenziare ad eventi musicali (la RCF Arena è una buona fonte di news). Non nascondo il fatto che qualche personaggio famoso mi onori della sua amicizia. Inoltre mi occupo di violenza sulle donne: le assicuro che guardare negli occhi una persona che ha subito atti di aggressione sia verbale sia fisica non è cosa semplice. Ma bisogna restare sempre lucidi e professionali per rispetto dei lettori».
Cosa si aspetta per il prossimo futuro? «Di non abbandonare nulla di ciò che svolgo, potendo sempre contare anche sul supporto della mia compagna, della famiglia e dei miei amici. La vita in compagnia è più viva».
*Studente del liceo artistico “Chierici”
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