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Matteo Salzano: «Ricamo le parole sulle mie melodie»

Alice Benatti
Matteo Salzano: «Ricamo le parole sulle mie melodie»

Il cantautore e musicista polistrumentista si racconta a Replay. Dopo l’Ep d’esordio “Qualcosa giusto per iniziare” per Risorgiva Dischi uscirà con un nuovo singolo

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Reggio Emilia «Mi sento più un musicista che un paroliere, mi piace andare alla ricerca di melodie, di accordi, di suoni, per poi ricamarci sopra delle parole che riescano a mescolarsi bene con questi». Matteo Salzano, cantautore e musicista polistrumentista napoletano classe 1999, di base a Guastalla, alcuni mesi fa ha rilasciato il suo Ep d’esordio “Qualcosa giusto per iniziare” per Risorgiva Dischi, «un lavoro liberatorio», come racconta a Replay, che ha già portato in diverse città di Emilia-Romagna e Lombarda. E mentre prova a organizzarsi per allargare il perimetro dei suoi concerti, ci anticipa che i prossimi mesi saranno all’insegna di diverse novità.

Quali?

«Al momento sto finendo di registrare un disco che non vedo l’ora di pubblicare. Oltre a questo, nei prossimi mesi uscirà un singolo per gli amici di Risorgiva Dischi. Hanno organizzato una raccolta fondi per produrre la prima compilation con tutti gli artisti dell’etichetta e sono contento di poter prendere parte a questo progetto».

Nuovi concerti in programma? Dicci dove poterti ascoltare.

«Il 26 marzo terrò un concerto a Casa Bettola a Reggio Emilia, il 12 aprile, invece, suonerò a EST Milano per un evento di Risorgiva Dischi. Quest’estate mi piacerebbe suonare il più possibile con la band al completo, che è la cosa che mi diverte di più».

Torniamo al tuo Ep d’esordio “Qualcosa giusto per iniziare” per Risorgiva Dischi. Qual è la sua anima? E cosa ti hanno restituito le persone che lo hanno ascoltato finora?

«Per me è stato un lavoro liberatorio: pubblicare qualcosa di mio è sempre stato un sogno e una grande paura allo stesso tempo. Io personalmente la percepisco questa sensazione di liberazione che si sviluppa lungo i brani se lo si ascolta in ordine e per intero. Credo, però, sia più interessante il punto di vista esterno, che è soggettivo e può essere completamente diverso dal mio. Per ora l’ho portato, oltre che a Reggio, a Parma, Mantova e Cremona, ma spero di riuscire anche a spostarmi di più prossimamente. Devo dire di essere abbastanza soddisfatto del riscontro ricevuto, più che altro quello delle persone vicine a me è stato positivo e questa cosa mi rende felice».

Portaci nei tre momenti più significativi di quello che è stato il tuo percorso fin qui. Ma, ancora prima, quando è iniziato?

«Il mio percorso da cantautore è iniziato circa un anno fa, prima di intraprendere questa strada ho suonato principalmente da batterista. La scrittura è un aspetto che coltivo da sempre, da quando ho iniziato a interessarmi alla musica. Il primo momento significativo però direi che è arrivato a giugno 2024 quando ho suonato per la prima volta dal vivo i miei brani all’Arcipelago a Cremona, un locale molto bello che mi ha lasciato bei ricordi. Poi, successivamente, la pubblicazione dell’Ep e i primi live con la band. Poter suonare con musicisti che stimo e con cui mi trovo in sintonia a livello umano la ritengo una grande fortuna».

Come nasce la tua musica?

«Nasce principalmente dal rapporto con gli strumenti, di solito al pianoforte o alla chitarra. Mi interessa creare un legame solido tra voce e strumento e se una canzone mi convince in questo stato embrionale comincio a pensare a un eventuale arrangiamento da costruirci attorno».

Chitarra, pianoforte, tastiera, batteria, percussioni e chalumeau. Come hai imparato a suonare tutti questi strumenti e come li fai dialogare nei tuoi brani?

«La batteria è lo strumento che ho approfondito di più, avendola studiata in Conservatorio. Chitarra e pianoforte li ho sempre suonati per accompagnarmi e ultimamente ci sto prendendo un po’ più di confidenza dovendoli suonare dal vivo con questo progetto. Lo chalumeau invece è un caso a parte: è uno strumento economico e poco conosciuto, non direi proprio di saperlo suonare ma mi piace molto il suono e credo che caratterizzi molto le sonorità del mio primo lavoro. In generale cerco di utilizzare tutti gli strumenti che ho a disposizione per dare un determinato colore ai brani, oltre a questi nell’Ep sono presenti il basso suonato da mio fratello Davide e la voce di Angelica Alfieri».