Gazzetta di Reggio

17 settembre

Musica a sostegno dei rifugiati, i Tinariwen sbarcano a Reggio

Musica a sostegno dei rifugiati, i Tinariwen sbarcano a Reggio

Martedì al teatro Valli di Reggio l’unica data italiana dei musicisti tuareg del Mali

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Reggio Emilia Il blues del deserto e delle radici, la voglia di lottare, sempre e comunque unita a quella di sperimentare nuove strade. Porta con sé tante suggestioni il concerto dei Tinariwen in programma martedì al teatro Valli, unica data italiana della conosciuta formazione di musicisti tuareg e anteprima assoluta di uno dei più brillanti cicli invernali emiliani, il Barezzi Festival.

Nato e cresciuto a Parma, sta progressivamente ampliando gli orizzonti a mezza regione e già nel 2023 ha coinvolto il teatro Valli per un’altra anticipazione notevolissima, i Calexico, autori di una grande esibizione. Questa volta tocca ai Tinariwen, band originaria del Mali, nata nei campi libici dove rifugiati di buona parte del continente si addestravano nelle strutture finanziate all’epoca dal colonnello Gheddafi.

La voglia di impegno politico e di lotta per i diritti prende altre forme, chitarre elettriche e ritmi che uniscono il rock alle tradizioni del deserto e dell’Africa da cui il rock è stato originato, tramite gli schiavi inviati in America negli scorsi secoli. Una leggenda, in tanti mondi, capace di accumulare collaborazioni con Peter Gabriel come con il compianto Mark Lanegan.

Nel 2023, l’ultimo album “Amatssou” regala pure novità stilistiche, con lo sforzo di unire il blues sahariano e il country degli stati del Sud e del Midwest statunitense.

«Possiamo trovare molte somiglianze tra questi generi. Quando abbiamo potuto scoprire la storia della musica country, questo ci ha fatto pensare alla nostra musica tradizionale. E anche ai diversi luoghi e mondi legati alle nostre musiche, country e assouf. Sono ambienti con molte somiglianze. I cowboy sono allevatori, proprio come noi che pratichiamo il nomadismo pastorale», spiegano i Tinariwen. In fondo, sottolineano, «il deserto e i campi del Midwest non sono così lontani: ci sono grandi distese, e un ritmo della vita che deve seguire quello della natura, del tempo».

D’accordo il country, ma i Tinariwen vengono da altre terre. Dalle radici nere della musica pop, con una forza capace di portare il gruppo su palcoscenici internazionali. «Sono tante radici che si mettono insieme e che possono essere fruite ovunque, apprezzate in tanti luoghi. Al momento della creazione del gruppo e delle sue prime canzoni, in una di esse in particolare Ibrahim disse che un giorno sicuramente, chissà, la nostra musica sarà ascoltata a Londra! Aveva ragione!», sorridono i musicisti tuareg.

«Siamo molto felici di aver potuto realizzare fino ad oggi questo percorso, è anche un motivo di grande orgoglio, perché porta tanta speranza per la nostra gente».

Speranza e voglia di impegnarsi. Musica di protesta come quella dei Tinariwen, nata in altri tempi in altri mondi, ha ancora senso?

«La nostra musica e il nostro impegno meritano di esistere, ed è un piccolo sollievo per noi poter lasciare tracce della nostra storia, della sofferenza del nostro popolo, delle condizioni della nostra situazione nel mondo fino ad oggi».

Il grande obiettivo, alle origini come oggi, è quello: «Suoniamo, lavoriamo e giriamo da decenni proprio perché quello che ha vissuto il nostro popolo non sia dimenticato e possa essere conosciuto dal mondo intero. Sperando sempre che la situazione possa trovare un esito favorevole», concludono fieri.

Il concerto si terrà alle 20.30 di martedì 17 settembre al teatro Valli. Per informazioni, www.barezzifestival.it. I biglietti sono disponibili sul portale VivaTicket. 

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