Borsellino e Franzetti, un’amicizia nel segno di Bach e contro la mafia
Il fratello del magistrato ucciso e il violoncellista del Peri si raccontano
Reggio Emilia «Pronto! Sono Salvatore Borsellino, vorrei invitarla a suonare per i trent’anni dalla strage che ha coinvolto mio fratello Paolo in via d’Amelio a Palermo». È la telefonata ricevuta lo scorso giugno dal violoncellista Luca Franzetti: «Pensavo fosse uno sbaglio», ricorda ancora emozionato. Invece sbaglio non era. «Borsellino mi ha detto di aver visto un mio video dove suonavo e presentavo le sei Suite per violoncello di Bach – dice Franzetti – e gli sarebbe piaciuto che le eseguissi in quel contesto. Quelle parole mi si sono impresse come un tatuaggio».
Così su un palco amplificato di fronte a un muro umano di persone il 19 luglio ha suonato e parlato di Bach per tre ore, proprio nel luogo e nel momento in cui trent’anni prima era scoppiata la bomba che uccise Paolo Borsellino. In seguito tra Franzetti e il fratello del magistrato ucciso, ingegnere informatico dalla forte tempra e determinazione, è nata un’amicizia di quelle che segnano per la vita. Franzetti avrà modo di raccontarla, unitamente alla sua esperienza, domani alle 17 al Conservatorio di Reggio Emilia in occasione dell’Orecchio del Sabato: il ciclo di incontri divulgativi della Biblioteca “Gentilucci”. All’incontro prenderà parte lo stesso Salvatore Borsellino che, a nostra volta, abbiamo interpellato per farci raccontare qualcosa in anteprima. «Perché Bach per ricordare i trent’anni della strage di via d’Amelio? Ogni anno organizzo una manifestazione a Palermo in cui invito a parlare testimoni, magistrati... i discorsi sono sempre stati tanti. Ma per il 2022 ho deciso di cambiare: in occasione della manifestazione dedicata ai trent’anni della strage di Capaci, il 23 maggio, era stata messa in campo una quantità eccessiva di interventi e così, per reazione, ho pensato a una commemorazione silenziosa per contrapporla al frastuono della retorica. E, pensando al silenzio, ho avuto l’idea di fare suonare canzoni come “The sound of silence”e poi, ricordandomi dell’esecuzione di Rostropovich il giorno della caduta del Muro di Berlino, volevo portare la musica di Bach sul luogo della strage. Così ho contattato Franzetti: mi incantava il suo modo di parlare del ruolo fondamentale della musica per un individuo».
Borsellino poi confessa di amar in particolare la cameristica e i quartetti di Mozart (eseguiti dal Quartetto Italiano). «Io sono agnostico – dice – ma credo che Mozart potrebbe essere la prova dell’esistenza di Dio. Per quanto riguarda le Suite per violoncello di Bach le ho conosciute attraverso l’esecuzione di Franzetti e dal suo racconto durante il quale ne illustrava efficacemente i singoli caratteri. La sua personalità mi ha colpito tanto, anche da come mi ringraziava dopo averlo contattato, è successo quello che capita raramente tra le persone: mi è sembrato di conoscerlo da sempre».
Sulla base di queste esperienze e sensazioni, nel corso dell’incontro dell’Orecchio del Sabato si rifletterà sull’importanza della musica e a cosa serva. «La ricerca dell’armonia che i musicisti perseguono è un modo per staccarsi da terra e spingere lo sguardo oltre – spiega Franzetti – Così ci dice il pezzo che sabato eseguiremo durante l’incontro: Aquilarco di Giovanni Sollima, un nome di uno strumento che unisce “aquilone” e “arco”, vale a dire un aquilone che fa vibrare un archetto di violoncello. I testi del poeta autistico Christopher Knowles, apparentemente privi di senso, che fanno parte della musica, suggeriscono coi puri suoni delle parole come si possa “volare” con la testa». Affermare la necessità della cultura e dello studio della musica significa per Franzetti salvaguardare la proiezione verso l’altro del senso dell’esistenza, senza la quale si precipita nella barbarie e violenza. «La mafia non capisce né il senso della bellezza né quello della cultura, tantomeno la musica – ribadisce Salvatore Borsellino – la mafia infatti ha scempiato Palermo. A questo punto proprio tali valori possono rivelarsi i peggiori nemici della mafia, diventare armi determinanti per arrivare alla sua sconfitta». Aquilarco per violoncello e ensemble con live electronics (1998) su testi Christopher Knowles Robert Wilson (voce recitante registrata) sarà eseguito da Luca Franzetti violoncello solista, Chiara Bigi flauto, Giorgia Saito violino, Carlos Parra viola, Adán Gómez violoncello, Francesco Spina chitarra elettrica, Marco Lazzaretti percussioni, Valentina Wang tastiera e live electronic.