Bosso rilegge Stevie Wonder a Reggio Emilia
Il trombettista jazz stasera alle 21.30 ai Chiostri di San Pietro per aprire “Mundus 2022” Con il musicista si esibiranno dal vivo i veterani Mazzariello, Sorrentino e Angelucci
Reggio Emilia Un inchino devoto a un maestro di sempre, un fenomeno «con cui avrei sognato di suonare anche solo due note».
È pronto a omaggiare Stevie Wonder e la sua infinita classe il trombettista jazz Fabrizio Bosso, che questa sera alle 21.30 ai Chiostri di San Pietro aprirà il programma reggiano della rassegna regionale Mundus 2022 con un tributo proprio a Wonder, una delle colonne della black music del ‘900.
Bosso sarà sul palco reggiano in compagnia di tre veterani a lungo al suo fianco, Julian Oliver Mazzariello al piano, Daniele Sorrentino al contrabbasso e basso elettrico e Nicola Angelucci alla batteria, per presentare un’anteprima dal vivo del disco in uscita a settembre.
Lo stesso è interamente basato su re-interpretazioni di brani del tastierista e cantante statunitense, uno dei volti più noti della leggendaria etichetta Motown. Anticipato dal singolo “Overjoyed”, già pubblicato in anteprima, l’album arriverà in autunno, per ora è possibile gustarsi qualche anteprima dal vivo, a partire dai Chiostri.
Per Bosso, è un piccolo sogno realizzato: «Io sono cresciuto con la musica di Stevie Wonder, un mio sogno nel cassetto era quello di suonare anche due note con lui, per la qualità della musica che ha scritto e le sue doti come performer. E come appassionato: conosce benissimo la musica brasiliana, il jazz, si sentono bene nella sua musica», rivela. L’origine porta indietro di qualche anno.
«L’idea del disco è venuta da una serie di appuntamenti all’Auditorium di Roma organizzati da Assante e Castaldo di Repubblica, in cui chiedevano a leader o solisti di omaggiare un proprio artista di riferimento. Il tributo a Wonder è nato in quell’occasione, negli anni scorsi sono incappato in un video che riprendeva quell’esibizione, ho pensato che il repertorio era davvero bello e ho deciso di fare disco», sorride.
Una scelta di impulso: «ho deciso subito, senza neppure avvisare il discografico, ho chiamato il sassofonista Nico Gori, che ammiro molto e che suona la parte solista in tre pezzi, e abbiamo registrato tutto in un giorno, abbiamo fatto qualcosa di molto jazz. Poi, il mio discografico è venuto a sapere del progetto e ha detto che avrebbe pubblicato». Dal vivo, mancherà il sassofono, e tutte le parti melodiche saranno affidate allo stesso Bosso.
«Farò il la voce principale anche nei punti in cui ci scambiavamo con il sassofono. Cercheremo di omaggiare la bellezza delle melodie di Wonder, ovviamente portandole a casa nostra: abbiamo usato delle ritmiche che potessero essere congeniali per sviluppare la parte improvvisativa, è il lavoro che facciamo noi jazzisti. Solitamente si lavora anche sull’armonia ma con lui, che scrive così bene ed è così moderno, non c’è stato bisogno di altro». L’altro aspetto fondamentale, che forse non emerge in tutti i brani del cantante Usa, è quello del ritmo.
«Io penso che lui abbia messo sempre grandissima attenzione al ritmo, al groove, poi per motivi commerciali magari alcuni lavori si concentrano su un aspetto invece che un altro e non vi non si trova tutta l’essenza di chi va a scrivere – è l’analisi di Bosso –. A volte si fanno scelte per funzionare meglio sul mercato, ma di dischi brutti suoi non ne conosco. Alcuni più commerciali, più semplici, ma brutti no. Solo la sua voce e il suo tocco sono sufficienti, quando fa duetti è impressionante, penso prima di tutto a quello con Tony Bennett». Il biglietto costa 10 euro, in caso di pioggia il concerto sarà annullato, per prenotazioni è possibile rivolgersi ai Teatri.
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