Gazzetta di Reggio

Lunedì 24 marzo

“Sál” in scena a Rubiera: la danza tra luce, oscurità e confini dell’esistenza

“Sál” in scena a Rubiera: la danza tra luce, oscurità e confini dell’esistenza

Al Teatro Herberia la prova aperta dello spettacolo multimediale di fuse*, con la coreografia di Diego Tortelli e i danzatori Hélias Salvador Dorvault e Vittoria Franchina

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Rubiera Questa sera lunedì 24 marzo (ore 20) nell’ambito della stagione di prosa del Teatro Herberia di Rubiera, ideata e promossa da La Corte Ospitale, andrà in scena, fuori abbonamento, la prova aperta di Sál, uno spettacolo di fuse*, con coreografia di Diego Tortelli e i danzatori Hélias Salvador Dorvault, Vittoria Franchina. Sál (anima) è il terzo e ultimo capitolo della trilogia di performance multimediali create dallo studio d’arte multidisciplinare fuse*. Completando le narrazioni di Ljós (luce), che racconta il venire al mondo, e Dökk (oscurità), incentrata sul concetto di interdipendenza, in Sál lo sguardo si sposta sull’orizzonte, al confine della vita umana, abbracciando l’idea che tutto sia in costante trasformazione, che nulla sia permanente. La natura ci mostra come tutto ciò che esiste, dal micro al macro, sia in costante mutamento. Gli esseri viventi, gli oggetti materiali, le galassie, le cellule, persino i pensieri e le emozioni, sono destinati a evolvere, mutare o scomparire nel tempo. Sál cerca di esplorare la vasta gamma di dimensioni emotive che caratterizzano tutti quei momenti di cambiamento, in cui si oscilla tra passato e futuro, tra fine e inizio. Per rappresentare questo concetto, la componente visiva di Sál si ispira a ciò che accade alla luce e alla materia nei pressi dei buchi neri, attraverso una serie di simulazioni sviluppate in collaborazione con l'Università di Ku Leuven e l’Università di Toronto. I buchi neri, con i loro campi gravitazionali estremi, mettono in discussione sia la meccanica quantistica che la relatività generale, sollevando interrogativi profondi sulla natura stessa del tempo. Avvicinarsi all’orizzonte degli eventi significa avvicinarsi a un confine oltre il quale nulla può sfuggire, nemmeno la luce. È la soglia che separa il conosciuto dall'inconoscibile, il tangibile dal mistero. L’opera si inserisce all’interno del percorso di ricerca dello studio fuse* che dal 2008 esplora le potenzialità espressive delle tecnologie contemporanee per intrecciare diversi linguaggi e forme artistiche dando vita a progetti al confine tra reale e virtuale, tra fisico e digitale. Spettacolo fuori abbonamento, ingresso posto unico 8 euro.l © RIPRODUZIONE RISERVATA