Hakuna Matata, quando la musica è contaminazione
La band multietnica è stata fondata dieci anni fa: «Un desiderio? Che Reggio Emilia si apra maggiormente alla musica dal vivo»
Reggio Emilia «La pelle inganna. Alcuni di noi vengono da lontano, ma è come se fossero sempre stati qui, così come altri hanno la pelle bianca, ma sono i più africani di tutti. Congo, Ghana, Nigeria, Italia: ci sentiamo di appartenere a tutti questi Paesi contemporaneamente». Parole degli Hakuna Matata, band multietnica che nel 2024 ha spento le sue prime dieci candeline. Guidata dal congolese Guethy Sini, che è «la mente dei testi e delle musiche», con il passare del tempo ha iniziato a rappresentare uno dei progetti più riusciti di integrazione e incontro tra diverse culture a Reggio Emilia.
Benvenuti a Replay, presentatevi a chi non vi conosce. Chi sono i componenti degli Hakuna Matata?
«Guethy Sini è il nostro cantante, frontman e il compositore di quasi tutti i brani originali che suoniamo. Poi c’è Larry Ayiku, che non è non solo è il bassista ma anche il manager, il fotografo e il maestro di stile del gruppo. Giovanni Mazzoli è dedicato al sax e agli arrangiamenti musicali, mentre Adriano Catellani alla chitarra è il metronomo della band. Osaro Aimieyekagbon, per gli amici “Goddy”, alla batteria, è il maestro della rumba congolese, e Samuel Borketey alle tastiere aggiunge un tocco di gospel al sound della band. Infine Elias Lonidetti è la quota rock degli Hakuna Matata che ci stupisce con effetti speciali come la slide guitar con le bottiglie di vetro».
Sulla Gazzetta qualche anno fa abbiamo scritto di un vostro album in lavorazione. È mai uscito?
«No, non abbiamo mai registrato quell’album, ma solo alcuni brani reperibili su Youtube. I pezzi nostri però sono tanti, in italiano, francese, ingala, swaili. Suoniamo anche cover principalmente tratte dalla musica africana spaziando tra gli anni ‘60 e ‘90, passando per Papa Wemba, Cesaria Evora, o brani come Mokili Mobimba e Malaika. Pensiamo che questo genere poco conosciuto in Europa, così come la rumba congolese, abbiano ancora qualcosa da dire oggi, ancora di più in un contesto distante come l’Italia».
“Ascoltami” è il vostro pezzo più famoso ed invita ad andare oltre i pregiudizi che resistono anche a Reggio Emilia. C’è qualche altro fatto realmente accaduto che è entrato nelle vostre canzoni?
«Le nostre canzoni più che raccontare delle storie danno voce a degli stati d’animo di fronte ad eventi che ci accadono nella quotidianità. “Stress” è un brano che parla della fatica di affrontare la vita di tutti i giorni, mentre “Pour l’amour du ciel” affronta la morte di un padre. “Ascoltami” descrive un episodio di discriminazione vissuto dal nostro cantante su un autobus da parte di una signora, ma esiste un proseguo della storia e una nuova canzone che lo racconta: la signora capisce il suo errore e impara qualcosa da questo incontro con il diverso».
Un desiderio che avete per Reggio Emilia e la musica.
«Che Reggio si apra maggiormente alla musica dal vivo, nei locali, nelle strade, nelle piazze. Che la musica non sia relegata ad alcuni momenti e festival “a spot”, ma diventi un modo di stare insieme tutti i giorni. Un secondo sogno è che in città e in provincia nasca un movimento di musicisti che porti a contaminazioni tra diversi stili, tra cui il nostro. La nostra musica viene dall’Africa, ma è reggiana in tutto e per tutto: per questo vorremmo che si mescolasse con altri stili producendo qualcosa di nuovo».
Tre motivi per venire a un vostro concerto.
«Il primo: a meno che non siate cresciuti in Congo, non avete mai sentito una musica come la nostra; Larry è uno dei bassisti più belli che possiate vedere; si balla parecchio».
Un nuovo progetto?
«Quello di organizzare eventi afro che permettano di fare un’esperienza a 360° delle diverse culture africane: dalla cucina etnica alla musica fino all’arte. Poi vorremmo comporre nuovi brani che vadano maggiormente nella contaminazione con altri stili europei, cercando di riprodurre quello che è successo con la rumba, il jazz, il blues e il rock».l © RIPRODUZIONE RISERVATA