“L’elettronica è donna” al Tunnel con la nuova tappa di Microclub
Il progetto reggiano è dedicato al clubbing, alla cultura underground e alle varie forme di creatività
Reggio Emilia Si concentra sul ruolo delle donne nella musica sperimentale e in quella elettronica la nuova tappa di Microclub, il progetto reggiano dedicato al clubbing, alla cultura underground e alle varie forme di creatività che ruotano intorno alla musica ospitato sin dal principio dal circolo Arci Tunnel di via del Chionso. L’appuntamento è dalle 22 di venerdì al Tunnel per “L’elettronica è donna. L’evoluzione del suono attraverso corpi, identità e genere”. La serata è divisa in due parti; prima la parte di dialogo sul tema, in programma dalle 22.30 alla mezzanotte; da lì sino alle 4 si proseguirà con il ballo, con le selezioni di Aderal e di Tania Kim, una delle relatrici dell’evento.
L’ingresso alla conversazione è gratuito con tessera Arci, per il party seguente il costo è di 10 euro, sempre con tessera Arci. La sezione iniziale vedrà come protagonista principale la socio-semiologa Claudia Attimonelli, docente di Studi visuali e Cultura digitale e Media” e di Cultura Visuale e Sound Studies dell’università di Bari. La Attimonelli da anni conduce ricerche su questioni di genere e culture musicali, e i cui studi sono considerati seminali nel panorama italiano e internazionale anche in relazione a tematiche quali Techno e Afrofuturismo. Con lei, sul palco del Tunnel, ragioneranno di rapporto tra genere, linguaggi elettronici, produzione artistica e di eventi nello scenario contemporaneo la dj bologneseTania Kim e Alberto Abbate, videomaker e fondatore di un progetto specifico. Sarà l’occasione per approfondire un aspetto rimasto più o meno colpevolmente in disparte, il ruolo di artiste e ricercatrici nel cammino della musica di avanguardia, a lungo ritenuta un ambiente prettamente maschile «Per molti anni la nascita e lo sviluppo della musica elettroacustica ed elettronica sono stati raccontati in maniera parziale, restituendo una declinazione tutta al maschile di questo ramo specifico della produzione culturale contemporanea», ricordano i promotori di Microclub.
«Tuttavia, a dispetto di quanto tramandato dalla storiografia ufficiale, sono numerosi i materiali (come programmi di sala, fotografie, corrispondenze private e articoli di giornale) che dimostrano come la presenza femminile sia stata fondamentale nella costruzione delle esperienze sonore del XX secolo». In generale, «le donne hanno dunque rivestito il ruolo di vere e proprie protagoniste dell’evoluzione musicale, pur venendo pienamente riconosciute solo a partire da recenti forme di storicizzazione paritaria. La loro esperienza rappresenta inoltre uno stimolo importante per la riflessione contemporanea sul rapporto tra musica e identità di genere». E oggi? Il lavoro non è concluso: «L’aumento del numero di nomi femminili nelle line-up di Dj, l’utilizzo della tecnologia per individuare nuove chiavi di dialogo tra corpo e suono, il presidio di locali, realtà e iniziative storicamente vocate all’impegno sociale sono solo alcuni dei fattori di un’equazione che rimane ancora oggi una sfida persistente, in cui appare necessario un impegno costante per superare le disuguaglianze e costruire una scena musicale realmente paritaria ed inclusiva», concludono da Microclub.l © RIPRODUZIONE RISERVATA