Natale con Vinicio Capossela al Fuori Orario
Il 25 e 26 dicembre ripete il rito con il suo “Conciati per le feste”
Taneto Dopo un tour che lo ha visto toccare tutte le principali capitali europee, Vinicio Capossela torna finalmente al circolo Fuori Orario, i prossimi 25 e 26 dicembre, per l’atteso appuntamento con il suo “Conciati per le feste”. Un repertorio e uno spettacolo strabordante, affinato in venti anni di pratica di concerti per le feste, che celebra la festa e la realizza. I biglietti sono disponibili sul sito Ticketone e al circolo Fuori Orario. Ha sempre il sapore del ritorno a casa questo appuntamento a Taneto di Gattatico dove, 25 anni fa, proprio al Fuori Orario, le canzoni di Vinicio hanno preso forma e vita. Un concerto natalizio diventato con il passar del tempo, una vera e propria tradizione alla quale non si può mancare. Una festa tra amici che riunisce l’intera comunità locale e che aspetta queste date come occasione per ritrovarsi e, perché no, fuggire dai cenoni e digerire le stramangiate. Come in un flipper «I brani di “Conciati per le feste” – spiega Vinicio Capossela – sono brani nati dal vivo e per oltre vent’anni hanno visto la luce soltanto nell’effimera dimensione live della celebrazione festiva. Per due decadi la loro vita è stata strettamente legata ad un periodo circoscritto, definito e ciclico, quello delle feste di fine anno; quel periodo in cui il buio della notte prevale sul giorno e attraverso i doni si pratica una contrattazione con gli spiriti delle tenebre per assicurarsi il ritorno della luce e l’avvento della vita; quel lungo periodo, cioè, che comincia con le feste dei morti e termina con la Pasqua dell’Epifania, in cui il tempo orizzontale e ordinario cerca di comunicare con la verticalità di un altro tempo. Trascinati da un istinto ben radicato, per più di vent’anni abbiamo suonato concerti per le feste con in mente i Pogues e “Sulla strada” di Kerouac, in cui nei giorni di Capodanno si passa da una jam sfrenata all’altra con l’argento vivo addosso. L’epicentro di questa stagione in cui si rimbalza come in un grande flipper è sempre stato il Fuori Orario di Gattatico, la nostra Rovaniemi, il paese di Babbo Natale e di tutti i suoi disgraziatissimi compari a partire da Shane MacGowan, nato anche lui il 25 dicembre».
Riprendersi il tempo
«Ci sono volute l’interruzione del tempo imposta dalla pandemia – prosegue Capossela – e la festa mancata di quell’anno per chiuderci, ben mascherati e distanziati, a registrare queste canzoni con l’aggiunta degli inediti composti per l’occasione e finalmente dar loro una forma durevole e una vita autonoma su supporto. Ora però è arrivato il momento di riprenderci la festa e di spostare l’accento da quella A passiva e piana alla O attiva e sdrucciola. Non più conciàti per le feste dalla realtà, ora siamo pronti a rivolgere un invito imperativo a tutti: cònciati per le feste! Acconciati, preparati, vestiti per riprenderti il tempo della festa e della vita». I protagonisti Nella Festa, infatti, tutti sono attori protagonisti di una costruzione collettiva. Lo spirito che qui si rivela è lo spirito di una ritrovata partecipazione attiva, una palestra utile a uscire fuori dalla passività a cui la realtà spettacolarizzata del tempo ordinario ci riduce sempre più. La festa vive in uno spazio e un tempo separati dall’ordinario e per accedervi bisogna acconciarsi convenientemente, indossando una maschera fittizia che permetta di liberare ciò che la maschera abitudinaria reprime e cancella. Conformemente alla natura composita della festa, Conciati per le feste attinge a diverse fonti e disparate tradizioni. C’è lo swing alla Louis Prima (il cantante più festivo di tutti che mai ha inciso un pezzo natalizio), il folklore italo-americano di Lou Monte e Nick Apollo Forte, gli inni presbiteriani, le fantasmagorie fiabesche, pezzi festivi e digestivi, marimbe di ossa, ottoni e vibrafoni. C’è la doppia ancia dei sassofoni, l’organo Farfisa, la chitarra a pancia grossa, il contrabbasso degli Aristogatti, i tamburi forsennati, i cori, gli inni e le campanelle. In una parola, tutta la paccottiglia delle feste tirata a lucido per uno sparo di coriandoli con il retrogusto triste che sempre lascia questa sciagura inevitabile che sono le feste.l © RIPRODUZIONE RISERVATA