Gazzetta di Reggio

Il 9 novembre al teatro del Fiume

Di Cioccio: «Vivere con l’Hiv? Ora posso farlo con ironia»

Adriano Arati
Di Cioccio: «Vivere con l’Hiv? Ora posso farlo con ironia»

L’attrice e autrice questa sera (ore 21) al Teatro del Fiume a Boretto. «La malattia fa parte di me e raccontarla può essere utile a tanti»

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Boretto Una malattia parte della vita di una persona, non un nemico da cancellare né tanto meno qualcosa da nascondere con vergogna. È denso di spunti interessanti e di una grande voglia di confronto e di racconto, lo spettacolo “ProPOSITIVA - Comicità Virale” che Elena Di Cioccio porterà questa sera (ore 21) al Teatro del Fiume di Boretto. Sul palco salirà una figura nota della televisione e della musica italiana, Elena Di Cioccio, figlia del fondatore della Pfm Franz, per decenni apprezzata voce radiofonica e poi Vj, in seguito inviata per Le Iene, attrice e conduttrice. Nel 2023 ha pubblicato il libro “Cattivo sangue” in cui rivela pubblicamente di aver contratto l’Hiv quasi un decennio prima.

“ProPOSITIVA - Comicità Virale” già dal nome affronta l’argomento di petto. Scritto dalla Di Cioccio con Alessio Tagliento e la regia di Tommaso Amadio, è un lavoro di stand-up comedy in cui l’autrice per la prima volta veste i panni della comica e parla del suo rapporto con l’Hiv. Virus di cui l’Aids rappresenta lo stato più avanzato.

Una malattia, Di Cioccio, che a lungo è sembrata sparire. Come mai?

«C’è stata una mancanza di comunicazione, credo dovuta anche all’assenza di figure pubbliche che parlassero della questione. Mi vengono in mente Pippo Delbono, Alessandra Costa e pochi altri».

Dopo decenni in cui era un male impronunciabile, il silenzio. Alcune generazioni nemmeno collegano il nome a una malattia, no?

«Sì, e va cambiato l’approccio. È vero che per molti giovani è qualcosa di cui non si parla, e adesso parliamo dell’Hiv come di una malattia con cui si può convivere, che può creare problemi ma che si affronta, come altre malattie».

E per lei, com’è stato raccontare tutto pubblicamente?

«È quello di cui parlo nello spettacolo, spiegando tutta la serie di situazioni strane, quasi incredibili, che ho vissuto. Ne rido, le trasformo in qualcosa di comico che posso portare in giro. E che spero possa cambiare qualcosa nella visione generale».

Quando il libro è uscito, le è successo di tutto.

«Sì, alcune cose sono davvero particolari, mi hanno chiamato tantissime persone, ex partner che magari decenni dopo mi chiedevano se al momento della nostra relazione fossi già positiva. In decenni, non si erano mai fatti un’analisi?».

Materiale che può provocare amarezze ma pure far ridere?

«È quello che cerco di fare, perché è quello che sono, la malattia fa parte di me, e quando l’ho detto pubblicamente davvero ho vissuto un’esperienza particolare che penso possa fare riflettere».

Ha una lunga carriera alle spalle ma sul palco come comica ancora non si era vista. Com’è andata?

«Avevo qualche timore, ma devo dire che l’esordio mi ha dato enorme fiducia. Le prime due serate si sono tenute a Roma. Nella primissima c’erano tanti addetti ai lavori e tanti amici, persone che mi conoscevano».

E il bis?

«La vera prova è stata proprio la seconda serata, con un pubblico formato da persone “normali”. Quando ho visto le loro reazioni, sentito le risate, notato un gruppo di donne che anticipavano dove volevo andare a parare, lì ho capito che la cosa stava girando. E così nelle altre tappe».

E ora arriva nel Reggiano.

«E sono contenta, ho lavorato tanto a Radio Parma e Boretto era un luogo di cui parlavamo spesso, è vicina al confine. E sono contenta dell’interesse che c’è in zona, a dicembre tornerò anche a Rio Saliceto».