Due serate di musica ed emozioni per l’esordio del RePlay Festival
Applausi a scena aperta per le sette esibizioni di gruppi e artisti emergenti
Cadelbosco Sopra Ci sono i concerti belli, i concerti facilmente dimenticabili e quelli che, al di là del gusto personale, hanno comunque avuto un senso.
Il RePlay Festival, che sabato e domenica ha acceso L’Altro Teatro di Cadelbosco Sopra, è appartenuto alla terza categoria ancora prima di cominciare. Perché ha scelto di raccontare la scena musicale emergente di una città, Reggio Emilia, in un concentrato di sonorità di oggi e di domani, rigorosamente dal vivo, nello spirito della condivisione e del sostegno reciproco.
Ma soprattutto perché agli artisti under 35 che ha voluto sul palco ha lanciato un messaggio chiaro, importante: “Vi vediamo, crediamo in voi, quindi fatevi sentire”.
E poi diciamolo, senza voler essere autocelebrativi: le persone si sono anche divertite.
Tra il pubblico le teste hanno seguito il ritmo, le mani hanno battuto a tempo, ed è scappata anche qualche risata. Partiamo da sabato.
La prima a salire sul palco è stata Anastasia. Ha inaugurato la serata con il suo terzo singolo per l’etichetta discografica Esagono Dischi ,“Calerà il sipario”, per poi proseguire con una cover (“O forse sei tu” di Elisa) e tornare a un altro suo pezzo, il primo che ha scritto: “Venere”.
«Ci tengo a ringraziare Stefano Riccò e Francesco De Nisco perché senza di loro non sarei qui», ha detto dal palco. Quarta canzone la sua versione di “Girl Crush” dei Little Big Town, infine il suo “Dolce inganno”, uscito lo scorso anno.
«Ringrazio la Gazzetta di Reggio e Arci perché questa è un’iniziativa fantastica di cui avevamo bisogno» ha detto la cantautrice prima dei saluti finale, prendendo posto in platea per ascoltare il secondo artista in scaletta, SevenBears.
Il polistrumentista scandianese, che dal 2017 viaggia in camper per portare la musica nelle piazze europee, ha saputo incuriosire con la sua loop-station. «Una canzone contro la guerra e per la pace vale sempre» sono state le parole con cui ha annunciato “Fightin’ each others”.
Poi, dalle Mississipi vibes di “Lovin’ a woman”, con “Gate gate” ha portato il pubblico in Tibet e Mongolia. Ma c’è stato spazio anche per gli inediti, tra cui “Mamma”, il brano dedicato a sua madre in uscita l’8 marzo, per la Giornata internazionale dei Diritti della donna.
Infine, dalla platea le mani hanno battuto a tempo nella loop station per “Amore immortale”.
Così è arrivato il momento dell’unica band protagonista della prima serata all’Altro Teatro: i pop-rock/alternative Cloudy Bay, nati nel 2020, l’anno in cui hanno preso vita i loro brani.
I quattro amici hanno inaugurato il palco con un brano energico a cui sono particolarmente legati: “Thank you very much”, su un amore non corrisposto. Poi ecco la batteria di Luca Ficarelli e le chitarre di Lorenzo Lugari e Daniele Ricchi a introdurre la voce di Davide Orlandini per “Selfish”, che ha preceduto un altro inedito, “Burn the Mall”, avvolto dall’effetto fumo.
La band ha poi eseguito, una dopo l’altra, tra una gag e una risata complice fra i musicisti, “Pills and bottles”, “Song 2” e, infine, “Too fucking pride”.
A chiudere la serata è stato infine Thoé, il cantautore reggiano classe 2001, afro-discendente e queer, che ha da poco concorso a Sanremo Giovani con il suo ultimo singolo “M’ama” per un posto da big alla 74esima edizione del Festival della Canzone Italiana.
Al RePlay Festival ha cominciato dal singolo “Futurama”, scritto per la prima persona che ha amato. «Vi auguro amore», ha detto al pubblico de L’Altro Teatro prima di iniziare a cantare.
È stata poi la volta di “Fiori stanchi”, scritta per ricordare che «proprio come i fiori noi possiamo essere chiusi, stanchi, ma restiamo fiori: bellissimi». Dopo la cover “Redbone” è stata la volta di “M’ama”, prodotto da Faffa, con lui sul palco. «Con questa canzone voglio dire accettatevi, amatevi per quello che siete» ha invocato Thoé.
Ed eccoci, 24 ore dopo, alla seconda e ultima serata del RePlay Festival per altre tre ore di musica. Hanno cominciato i “camaleontici” Randomize, cover band che a Cadelbosco ha inaugurato la rinnovata formazione con Luca Canovi alla batteria. Le prime note sono però state per il loro ultimo inedito: “Helios”. Ha seguito una cover, “Luce” (Elisa), e il riarrangiamento di “Levitating”, «che rappresenta cosa significa prendere un pezzo e farlo completamente nostro, metterci l’anima».
Eccoli poi con un altro inedito, stavolta il primo, che racconta quello che si prova quando si è lontani dalla persona che si ama, “Vivi senza respirare”, e subito dopo con un pezzo nostalgico, la cover di “Folle città” (Loredana Berté). Per chiudere “Aeroplani” (inedito) e un medley (Cosmic Girl, Billie Jean, Prima di andare via).
Dopo di loro, ecco i Bassa Nuova prendere posizione sul palco: Gabriele Vezzani (voce e chitarra), Nicolò Caltabellotta (batteria), Lorenzo Pacchioni (tastiere) e Nicholas Vezzani (basso).
«Sentirete per lo più pezzi nostri originali» hanno premesso i quattro, il cui stile unico miscela jazz, funk, R&B e musica latin, gravitando attorno al “sole” del cantautorato italiano. E così è stato.
Da “Mentre si scongela la cena” a “Circense”, passando per “Ormai”, il pezzo sulla sensazione passeggera di avere il mondo in mano che aprirà l’ep che registreranno in primavera, e “Intro”, fino ai recentissimi “Sotto il tappeto” e “Presagio”.
A chiudere il RePlay Festival è stato il duo Bidi Blanca e Gamete, formato da Mariacristina Blancato e Carlo Bolacchi.
«Il mio innamorato solo in musica» ha sottolineato lei, classe 1998. Prima “Ridere” e “Ti racconto Sara”, poi ecco “Godard”, «la prima canzone che abbiamo scritto a quattro mani», e “Trucco Sciolto”, «nata in un momento in cui stavamo entrambi piangendo: io veramente, lui metaforicamente». Hanno proseguito con “Certi mali”, sulla salute mentale, «dedicata a tutte le persone che almeno una volta hanno toccato il fondo» per lasciare andare la voglia di insultare gli amori non corrisposti in “Archivité”.
Gran finale con “Ho perso il conto” e “Brit porn”.