Gazzetta di Reggio

Cinema

“Il volo della sirena” tra realtà e fiction

Alice Benatti
“Il volo della sirena” tra realtà e fiction

Il film del regista Carretti prende spunto dalla storia di Gabrina degli Albeti

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Reggio Emilia La vicenda di Gabrina degli Albeti, la prima donna italiana processata per stregoneria a Reggio Emilia nel 1375, racconta di tempi in cui il sapere delle donne era considerato pericoloso. A lei, semplice erbaiola che curava i mali del corpo e dell'anima con le piante, oltre che dispensatrice di consigli e di pozioni d’amore, non per niente fu mozzata la lingua: in questo modo la possibilità di trasmettere il suo sapere fu cancellata per sempre. Essendo analfabeta, non poté nemmeno percorrere la strada della scrittura. La sua storia si intreccia con la fiction nel film “Il volo della sirena” del regista reggiano Gianluca Carretti che sarà proiettato martedì sera alle ore 21 al cinema Filmstudio 7B di Modena (Via Nicolò dell'Abate, 50). Succede infatti che ai giorni nostri un ricercatore ed antropologo, il dottor Giorgio Greco, viene incaricato da uno studioso di storia locale, il professor Francesco Bongiovanni, di ritrovare il calice che si dice fosse appartenuto a Gabrina: il calice degli Albeti. La ricerca condurrà Giorgio Greco a contatto con un inquietante mistero e un enigma dovrà essere risolto per ritrovare il calice, mentre un’antica dea pagana, Melusina, veglia sulla vicenda. «La sirena a due code è la antica dea della fertilità, signora delle fonti, incarnata nella triade femminile a rappresentare le tre età della donna» spiega il regista, che sarà presente in sala. «La ricerca del Calice di Gabrina è la ricerca della sacralità delle donne, generatrici della vita, a loro si deve il futuro della umanità» prosegue, anticipando che «indizi e presagi condurranno il protagonista alla rivelazione e al cospetto della Grande Dea nel misterioso santuario preistorico appenninico di Ceriola». È proprio questo, infatti, uno dei principali luoghi in cui è stato girato il film, ma diversi ciak hanno anche visto come location Villa Sinigallia Della Valle a Correggio. Scenari e atmosfere che richiamano certe poesie di Borges, talora oniriche e sospese, che molto devono alle suggestioni della colonna sonora di Marco Remondini, membro del Gian Luigi Trovesi Trio. «Dopo essermi appassionato alla vicenda di Gabrina, che a Reggio Emilia è molto conosciuta, tanto che le è stato dedicato un giardino all’interno del parco delle Acqua Chiare, ho deciso di crearci attorno un film esoterico, quasi una conversazione con il pubblico sul mistero, sulle idee pagane, su una sapienza antica che è stata cancellata» sottolinea Carretti, che precisa: «Reggio Emilia nelle riprese è irriconoscibile perché doveva essere un non luogo essendo questa «una storia universale». «Purtroppo – conclude – a poche settimane dall'uscita del film è venuto a mancare Antonio Grieco, poliedrico attore coprotagonista. Questo film è dedicato a lui».l