L’artista reggiana Ingrid ricorda l’amico Toto Cutugno
Nelle sue tournée nell’Est Europa ha incontrato tante volte il cantautore
Reggio Emilia «Ciao italiano vero! Facevi parte della nostra troupe lontana dal nostro Paese. Eri il più umano e anche il più meravigliosamente normale tra tutti noi che cantavamo, ma eri anche un amico e anche tu mi consideravi tale».
La guastallese Ingrid Alberini, in arte In-Grid, rientra nel novero degli artisti italiani più amati nell’Est Europa da quando nel 2002 debuttò con il successo “Tu es foutu”. Nelle sue tournée ha incontrato tante volte Toto Cutugno – morto martedì all’età di 80 anni – e si è anche esibita con lui.
«Canto da 25 anni prevalentemente nell’Est del mondo, che ho imparato ad amare – dice Ingrid –. Tutto l’Est aveva comprato la mia canzone con la fisarmonica e da lì mi si è aperto un mondo nuovo e lì ho incontrato tanti compagni. Compagni di avventure che cantavano “Felicità”, “Gelato al cioccolato”, “Sarà perché ti amo” e “L’italiano”. Tra loro Toto Cutugno. Dicevano che era l’unico al mondo e l’unico tra gli italiani a riempire il teatro del Cremlino in pochi minuti». I cantanti italiani a Mosca si ritrovavano spesso nello stesso hotel. «Ho conosciuto Toto in quella hall e da lì, oltre a riconoscergli talento, bravura ed eleganza, ho notato che aveva tanto da dare a tutti, oltre a quella particolare voce mascolina che faceva innamorare tutte le belle donne dell’Est, che sapevano a memoria tutte le sue canzoni. Era sincero, un po’ malinconico, un po’ tenebroso, affascinante, empatico, sembrava riservato ma con me era riuscito a confidarsi. Mi parlò della moglie Carla, con una tale ammirazione che non avevo mai conosciuto. La stimava mille e mille volte dopo che lei gli perdonò quella vicenda personale da cui nacque un meraviglioso figlio, di cui andavano entrambi orgogliosi».
Poi la malattia si è affacciata nella vita di Cutugno. «Mi parlava del cappellino che era diventato suo compagno di viaggio. Un cappellino sportivo, semplice. Diceva: “Lo uso anche sul palco, anche con il frac, e mi rende anche più giovane”. Ed era verissimo e glielo confermai».
Negli ultimi anni la comunità di artisti italiani in viaggio nell’Est ha subito i colpi della pandemia e della guerra tra Russia e Ucraina.
«Da allora le nostre chiacchiere si sono un po’ perse, i nostri viaggi anche, i nostri popoli e paesi hanno lasciato la musica e le belle melodie per fare spazio ad altro, purtroppo».