Arriva l’Orchestra sinfonica della Rai tra Filidei, Stravinskij e Shostakovich
Mercoledì 12 ottobre alle 20,30 al Valli con Maurizio Baglini al piano
Reggio Emilia Tra i più blasonati pianisti italiani Maurizio Baglini è ormai una consolidata conoscenza del nostro teatro dove l’anno scorso ha tenuto interessanti lezioni-concerto dedicate a Schumann. Il suo è un impegno variegato per la musica che si esprime su più fronti: quello da solista al pianoforte, inattaccabile dal punto di vista tecnico e non solo, stimato camerista per lo più con la sua compagna, la violoncellista Silvia Chiesa e inoltre come organizzatore, in quanto è consulente artistico del Teatro di Pordenone, nonché direttore e fondatore dell’Amiata Piano Festival.
Sarà Baglini, per Festival Aperto, in occasione del concerto d’apertura della Stagione dei Teatri con l’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai, diretta da Tito Ceccherini domani sera (ore 20.30) al Valli, ad eseguire uno dei pezzi in programma, “Tre Quadri, Concerto per pianoforte e orchestra” di Francesco Filidei.
«Oltre ad essere amici, io e Francesco siamo concittadini e cresciuti insieme con la musica. Entrambi pisani figli non di musicisti – racconta Baglini – ci frequentavamo già da piccoli, quando ho cominciato con il pianoforte e lui con l’organo di cui è un interprete magnifico. In un certo senso abbiamo intrapreso parte del cammino formativo insieme: infatti abbiamo studiato entrambi a Parigi nello stesso periodo (io avevo appena vinto il Concorso di Montecarlo) e lui frequentava l’Ircam; ci siamo anche aiutati mentre abbiamo fatto la gavetta insieme».
Si diverte Baglini nel parlare dell’amicizia con Filidei e delle coincidenze che li hanno fatti incontrare. Anche per questo, con grandissima soddisfazione, si appresta ad eseguire “Tre Quadri” dopo averlo già eseguito in passato a Milano Musica, alla Scala, alla Casa della Musica di Oporto in Portogallo e a Pordenone sempre con Tito Ceccherini, pure lui «di origini pisane», ci dice Baglini.
Poi passa a spiegare il pezzo di Filidei, che com’è noto è responsabile musicale del Premio Borciani della Fondazione I Teatri. «Dedicandomi i suoi Tre Quadri, mi ha fatto un bel regalo – dice con una certa ironia pensando alla difficoltà del brano-. Niente da dire, è un pezzo molto bello, appassionato, ma di una difficoltà mostruosa. Quando lo suono mi sembra di mettere in atto una sfida. Si tratta di un Concerto in cui “Tre Quadri” sono i movimenti: il primo, November, si ispira a Liszt, il secondo a Chopin e il terzo “Quasi una bagatella” al Concerto “Imperatore” di Beethoven. Ma tecnicamente è impervio, le posizioni sono scomode e bisogna suonarlo in maniera perfetta, perché, se si sbaglia anche solo una nota, si sente. E questo la dice lunga sul fatto che è musica contemporanea quindi notoriamente impervia, quindi incomprensibile... Eppure i “Tre Quadri” di Filidei si capiscono benissimo».
Completano il programma del concerto le Quattro atmosfere norvegesi (Four Norwegian Moods) di Igor Stravinskij, composte nel 1942 e ispirate a melodie nordiche magistralmente ricreate dal grande compositore russo, e la Sinfonia n. 9 in mi bemolle maggiore op. 70 di Dmitrij Shostakovich. Scritta nell’agosto del 1945 per celebrare la vittoria di Stalin sul nazismo, la partitura si distingue dai toni epici e nazionalistici delle due sinfonie precedenti per la sua scrittura leggera e scanzonata, di piacevole taglio neoclassico, che gli attirò non pochi malumori, soprattutto tra le alte personalità del regime sovietico».