Gazzetta di Reggio

Villa Levi tra i “Luoghi del cuore” di Reggio Emilia

Daniele Meglioli
Villa Levi tra i “Luoghi del cuore” di Reggio Emilia

La dimora di Coviolo è al primo posto nella classifica regionale con la quale il Fai cerca di salvare il patrimonio artistico

27 novembre 2020
3 MINUTI DI LETTURA





REGGIO EMILIA. La maestosa Villa Levi di Coviolo, una tra le più singolari dimore della campagna reggiana, è attualmente al primo posto nella classifica regionale dei “Luoghi del Cuore”, l’iniziativa con la quale il Fai (Fondo Ambiente Italiano) cerca di salvare e rivalorizzare il patrimonio artistico italiano. È invece al 25esimo posto a livello nazionale. Un risultato straordinario merito del grande impegno dell’Associazione “CovioloInFesta” che, in poco tempo, è riuscita a smuovere l’opinione pubblica e a sensibilizzarla sull’importanza di salvare questo bene.

«In pochi mesi – spiega Claudio Braglia, presidente dell’associazione – abbiamo raggiunto oltre 6.000 voti, un risultato inaspettato che ci riempie di gioia».

Purtroppo, però, affinché Villa Levi si collochi ai primi posti della classifica nazionale, la strada è ancora lunga. Per questo, l’associazione chiede a tutti i cittadini di Reggio Emilia un ultimo sforzo: «Con un semplice click, fino al 15 dicembre ognuno può dare il proprio contributo. Il futuro di questo bene dipende da ciascuno di noi». Per votare basta andare sul sito del Fai e cercare la Villa nella sezione “I Luoghi del Cuore”: sarà sufficiente registrarsi (o accedere mediante il proprio profilo Facebook) e, in seguito, si è abilitati per votare per Villa Levi.

Villa Levi è una delle più singolari ville della campagna reggiana, caratterizzata dalla presenza dell’imponente cupola metallica e del colonnato gigante nel fronte sud. Nata come residenza estiva attorno alla prima metà del 1600, fu rimaneggiata tra il 1790 e il 1810 su commissione dei Besenzi, i primi proprietari. Fu l’architetto Domenico Marchelli a occuparsi della ristrutturazione, introducendo il timpano che sopravanza leggermente l’edificio. All’architetto Marchelli è riferibile anche la sistemazione del vasto giardino “all’italiana” e la realizzazione dei due edifici di servizio, che fungevano da abitazione del custode e stalla.

Negli anni ’30 del 1800 l’architetto Luigi Poletti ha aggiunto la cupola sorretta da un colonnato circolare gigante e lavorato al “nuovo” prospetto sud, con la creazione di un pronao colonnato e di scalinata monumentale che collega il livello terra al piano nobile.

La villa passò alla famiglia Levi nel 1874; all’inizio del ‘900 sono riferibili le decorazioni interne in stile libery. Venne poi acquisita dai Pelosi nel 1956 e dall’Università di Bologna nel 1971, che la destinò a sede del corso di Scienze della Produzione Animale. A metà degli anni ’80 l’Università ricava un piano nel sottotetto, dove vennero realizzati uffici e laboratori. Oggi la villa è proprietà dell’Università di Bologna, che ha mantenuto solo attività laboratoriali e la gestione dell'azienda agraria. Viene messa a disposizione delle associazioni dei cittadini di Coviolo per organizzare eventi come CovioloInFesta.

«Ai problemi dovuti all’incuria e all’abbandono – spiega Braglia – negli anni si sono aggiunti i danni causati dai continui atti vandalici di cui il bene è oggetto. Sono stati sfondati quasi tutti i vetri di porte e finestre al piano terra e sono state rubate le grondaie in rame con il risultato che l’acqua piovana scarica lungo i muri. Il nostro obiettivo non è solo salvare il patrimonio artistico e storico-culturale di Villa Levi ma restituire questo luogo alla comunità». —