Gazzetta di Reggio

castelnovo monti 

Maddalena Crippa si moltiplica sul palco del Bismantova

Giulia Bassi
Maddalena Crippa si moltiplica sul palco del Bismantova

L’attrice porta in scena “L’allegra vedova”, una rilettura dell’operetta di Léhar «Faccio tutti i personaggi: anche i due innamorati. Finalmente ridiamo»

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CASTELNOVO MONTI. Solo un’attrice vera con un alto grado di carisma può riuscire a far tutto, vale a dire tutti i ruoli (personaggi e narratore) e per di più anche a cantare. Maddalena Crippa ne “L’allegra vedova”, una versione café-chantant della celebre operetta di Léhar, ce la fa a meraviglia.

Si può ammirare questa sera alle 21 al Teatro Bismantova di Castelnovo Monti. Con lei i Filarmonici di Busseto formati da Giampaolo Bandini chitarra, Gabriele Betti flauto e ottavino, Mario Pietrodarchi fisarmonica, Federico Marchesano contrabbasso. «Subito ero titubante – rivela l’attrice – anche se avevo una certa esperienza di teatro musicale. Per prepararmi ho visto i film di Ernst Lubitsch, ma anche Macario... non nascondo di essere stata attirata dall’idea di potere, una volta tanto, far divertire, portare godimento al pubblico, perché di questi tempi ce n’è proprio bisogno».

Nel descrivere la sua performance si sofferma anche sulle caratteristiche dello spettacolo: «Mi trovo in una piccola scatola nera su una pedana: ecco lo spazio in cui offro al pubblico un’ora e un quarto di evasione. Con questo spettacolo, infatti, si ride e si sogna, ma sempre all’insegna dell’eleganza. L’operetta, così in forma ridotta, appare nella sua dimensione intima, molto particolare. Per chi la conosce può essere una riscoperta, dato che è tutta concentrata su rapporto d’amore tra Anna Glavari e il principe Danilo. Oltre a interpretare la protagonista Anna, le grisettes, il narratore... sono anche il suo innamorato. Anzi per essere più precisi mi diverte di più fare lui il principe un po’ scapestrato che ha perso tutto al gioco, ma racchiude un animo nobile, orgoglioso. Così la storia presenta due diverse altezze. Un momento di massimo virtuosismo si ha quando “sono dentro” ai due innamorati in contemporanea; accade nel celebre dialogo: se non è la voce a rendere fino in fondo le peculiarità dei due personaggi, lo è sicuramente l’atteggiamento interiore, la psicologia ben delineata. Così se si chiudono gli occhi si possono vedere». L’altro punto clou, rivela, è il celebre “Tace il labbro”: «Tengo a dire che il valzer fa divertire, conquista; per un’operetta come il capolavoro di Léhar costituisce un momento di assoluta magia. In generale è stato appurato che quando ci si lascia trasportare da un valzer aumentano le endorfine, quindi si riduce la tensione... anche per questo lo spettacolo mi è entrato dentro riuscendo io stessa a godere». —

Giulia Bassi

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