Al vescovo di Reggio Emilia piace La La Land
Le passioni artistiche di monsignor Massimo Camisasca: dopo il musical, pronto ad ascoltare Fiorella Mannoia
REGGIO EMILIA. Che idea abbiamo del vescovo? È il capo della Chiesa diocesana, mitria, anello e pastorale. Bene. Ma ogni vescovo ha pure la sua storia, il suo carattere. E anche le sue passioni culturali.
È il caso di monsignor Massimo Camisasca che a Reggio organizza la serie di incontri-esperienza con la scrittrice Susanna Tamaro, il regista Pupi Avati e il cantante Nek. Lo fa perché è curioso di letteratura, cinema, musica. In questa intervista spiega come, dove, quando e chi… tra la sua libreria, il comodino con Simenon, la collezione di cd dalla Norma alla Mannoia, fino alla visione di La La Land.
Susanna Tamaro, Pupi Avati e poi Nek. La scelta dei tre ospiti che cosa ricalca? Una propensione sua personale oppure la disponibilità dei personaggi?
«Ricalca antiche e nuove conoscenze. Conosco Susanna Tamaro da molti anni, da quando le scrissi per la morte di suo padre. Ero interessato a conoscerla dopo aver letto Va’ dove ti porta il cuore e Anima mundi. Ho apprezzato tantissimo il suo modo di scrivere, in cui lo stile scarno, essenziale, quasi leggero, introduce a una profondità talvolta drammatica di esperienze e domande. Pupi Avati abitava non lontano da me a Roma. Lo volli incontrare per farlo incontrare ai seminaristi della Fraternità san Carlo. Da allora non ci siamo più lasciati. Anche se io ho cambiato città. Mi arricchisce molto la sua esperienza umana, i suoi incontri con i grandi del cinema, la sua immensa capacità di scoprire sempre nuovi talenti. Sono stato sul set di alcuni suoi film. Sono molto amico di sua figlia, Mariantonia, con cui sto lavorando a un piccolo progetto comune. Ho conosciuto invece Nek molto più di recente, venendo qui a Reggi. Lo stimo molto, ma desidero conoscerlo meglio e per questo l’ho invitato».
Si racconta che lei tenga un romanzo del commissario Maigret sul comodino… Al di là della sua nota passione per le opere di Simenon, qual è l’ambito narrativo che predilige, e perché?
«In questo momento ho veramente un romanzo di Simenon accanto al mio letto. Sono due anni che ho lasciato la lettura di Maigret e desidero riprenderla, se sarà possibile. Amo molto i romanzi, soprattutto quelli storici. Ma è difficile oggi essere orientati bene, in una produzione vastissima e tutt’al più di scarso valore. Ma non mancano le grandi scoperte. Esistono effettivamente scrittori di grande valore che meritano di essere letti. Amo anche, e molto, i saggi che mi aiutano a leggere il presente. In questi giorni, per esempio, sto leggendo un saggio sulla fine dell’Impero romano, che trovo molto istruttivo per comprendere cosa sta succedendo oggi. Amo anche i libri di poesia. Ma essi esigono molto tempo, che oggi mi manca. Sono in attesa di trovare delle ore per accostarmi all’ultimo libro di Davide Rondoni, pubblicato nella prestigiosa collana mondadoriana de Lo specchio».
E veniamo al mondo cinematografico. L’ultimo film che ha visto?
«Nelle sale, l’ultimo è stato La la land. Un film ben riuscito, anche se non un capolavoro. Mi piace molto il musical. Ritengo che Ryan Gosling sia una delle promesse del cinema, o già forse una realtà. Non è un caso che Malick lo abbia scelto per il suo ultimo film che sta uscendo negli Stati Uniti».
Nek è di Sassuolo, diocesi di Reggio. Per questo il cantante fa parte del ciclo, oppure perché la sua è una testimonianza?
«Come ho detto, desidero conoscerlo meglio ed essere arricchito dalla sua arte».
Lei è un appassionato di musica. Corre velocemente dalla classica nella sua stanza all’ascolto di Vecchioni…
«Sì, purtroppo oggi non ho molto tempo né molto spazio mentale per dedicarmi all’ascolto della musica. In questo momento sto riascoltando La Norma cantata dalla Callas e proprio l’ultimo disco di Vecchioni, La vita che si ama. Una suora mi ha regalato Combattente, della Mannoia. Attendo di poterla ascoltare».
Che cosa vuol dire oggi musica sacra?
«Oggi, come sempre, musica sacra vuol dire musica che ci aiuti a pregare, che ci aiuti a riconoscere quelle esperienze della vita che non passano e ci aprono all’eterno».
Esistono nella contemporaneità una filmografia e una letteratura cristiane, oppure viva il laicismo?
«Esistono certamente alcuni cristiani che scrivono in modo affascinante e che fanno dei bei film. Non necessariamente la fede ci abilita a essere dei bravi e grandi artisti. Quando le due cose si uniscono, possono nascere Dante o Manzoni».
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