Gazzetta di Reggio

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L’intervista

«Reggio Emilia vive la pallacanestro: lavorare qui è stimolante»

Linda Pigozzi
«Reggio Emilia vive la pallacanestro: lavorare qui è stimolante»

Intervista a Davide Giudici, presidente uscente della Fip Reggiana

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Reggio Emilia L’inno nazionale che risuona in un pala Bigi stracolmo ad accompagnare la Nazionale di basket di Gianmarco Pozzecco e del reggianissimo capitano Nicolò Melli prima del match di qualificazione agli Europei 2025 contro l’Islanda. Quell’immagine, che risale alla sera del 25 novembre scorso, resterà per Davide Giudici, presidente uscente della Fip provinciale, il momento più alto del suo mandato quadriennale. «Aver riportato a Reggio la nazionale dopo tantissimi anni ha rappresentato per me una grande soddisfazione personale - ammette - tanto più che la serata è stata bellissima, una vera festa del basket e la partita è stata accompagnata da altre importanti manifestazioni collaterali. Molto partecipata, ad esempio, è stata la Camminata Azzurra dei bambini che, palleggiando, da piazza del Monte hanno raggiunto il palasport di via Guasco dove hanno assistito a una parte dell’allenamento degli azzurri. L’idea di riportare gli azzurri al Bigi era nata in me già nel giorno del mio insediamento poi il progetto si è esteso e la Pallacanestro Reggiana ne è stata la principale artefice».

Il suo impegno per il basket, però, non esaurisce con la fine del suo mandato da presidente provinciale.
«Da statuto Fip non potevo detenere due cariche elettive contemporaneamente, così quando a ottobre sono stato eletto consigliere federale regionale, ho lasciato formalmente la carica di presidente provinciale».

Domenica le società reggiane saranno chiamate a eleggere il nuovo consiglio provinciale. Sarà un’elezione sulla linea della continuità?
«Sì. C’è un unico candidato alla presidenza, Paolo Foroni, che era già responsabile del Minibasket durante il precedente mandato. Con Paolo abbiamo collaborato fin da subito tanto e bene. Io sarò un punto di riferimento da Bologna e darò sempre una mano quando ci sarà bisogno».

Il resto del consiglio?

«Sarà interamente composto da figure che operano sul campo ed è importante che sia così, perché a mio avviso in Federazione è fondamentale che ci siano persone che sanno come funzionano le cose, che sanno affrontare le difficoltà e comprendano le esigenze delle società. I quattro consiglieri sono Alessandro Palladini, vice presidente uscente, Alessandra Palmia, Andrea Zarantonello e un volto nuovo: Sandro Iori, tecnico che è quasi un’istituzione per il basket reggiano».
Il bilancio personale degli anni del suo mandato?

«Sono stati quattro anni positivi che mi hanno dato tanto entusiasmo. Ammetto (sorride, ndr) che ho affrontato questo incarico in maniera quasi compulsiva. Mi sono adoperato per dare slancio al movimento, aumentare la promozione della pallacanestro, lavorando molto sul Minibasket e sul femminile. E poi ho cercato di portare un pochino Reggio Emilia all’attenzione a livello nazionale e internazionale. Non che ne avesse bisogno, in realtà».
In che senso?

«A livello cestistico Reggio Emilia è conosciuta in tutto il mondo. Noi siamo ancora la città di Kobe Bryant e questo resterà per sempre. E siamo anche la città del capitano della Nazionale Nicolò Melli che non dimentichiamo è uno dei pochissimi italiani che hanno giocato in Nba».

Cosa è stato fatto per portare Reggio Emilia a livello internazionale?
«Abbiano fatto importanti esperienze a livello giovanile grazie alla collaborazione con la Fondazione dello Sport con cui ho viaggiato in Sudafrica, Mozambico e nei Balcani. Tenendo presente le difficoltà incontrata dall’essere partiti nell’immediato post Covid, un periodo difficile che è stato affrontato al meglio grazie anche alla collaborazione delle società che è sempre fondamentale. C’è stata disponibilità da parte di tutta la provincia, non solo della città di Reggio».
Su cosa avete lavorato nello specifico in questi anni?
«Oltre a Minibasket e femminile, sono contento del rapporto che si è creato col mondo arbitrale, abbiamo mandato i nostri arbitri fuori provincia a fare esperienza. Non dimentichiamo che a livello nazionale si vive un’emergenza per quanto riguarda il numero degli arbitri. Noi restiamo comunque una provincia felice da quel punto di vista, ma non smettiamo di lavorare con intensità sul reclutamento».
A livello di promozione su cosa si è impegnato in particolar modo?
«Sin dal mio insediamento ho lavorato, insieme all’amministrazione comunale di Quattro Castella, sul rilancio del Premio Reverberi, dandogli nuovi impulsi. Ma c’è stato tanto altro. Penso ad esempio alle serate al cinema con le proiezioni dei film su Gamba e Meneghin, con la partecipazione degli stessi giocatori. E nella serata di Dino venne ospite Bob Morse e si incontrarono lì dopo tanto tempo...fu davvero molto bello».
Su che numeri si stanno attestando i tesserati?

«Il numero dei tesserati è in costante crescita e c’è molto interesse. Non viviamo la competizione con altri sport. A Reggio il clima è abbastanza rilassato, in altre province forse non è così».
La Pallacanestro Reggiana è un buon traino per il movimento?
«Assolutamente sì. Stiamo lavorando molto bene a livello promozionale negli ultimi due anni, al di là dei risultati in campo della Unahotels. Anche se è scontato che è i grandissimi risultati raggiunti dalla squadra ricadono poi su tutto il movimento. La società biancorossa lavora molto bene, invitando al palasport bambini, squadre, club e scuole e lanciando promozioni per gli studenti universitari. Non è un caso che, dopo Bologna, la provincia più florida del basket in regione siamo noi, perché da 40 anni c’è la Pallacanestro Reggiana che aiuta».

La realtà bolognese è ancora molto distante?
«Bologna ha più del doppio del bacino d’utenza di Reggio Emilia. In più la grandissima rivalità fra i due maggiori club - Virtus e Fortitudo - aiuta moltissimo a tenere vivo l’interesse. A Bologna, però, si vive il basket in un modo diverso e da Reggio non dovremmo guardare troppo alla realtà bolognese. Dobbiamo staccarci da quello che resta un confronto impari e vivere di luce propria, affacciandoci al resto del mondo come una città piena, pienissima, di passione per il basket».

Stimolante?
«Lavorare a livello federale in una provincia come quella reggiana è estremamente stimolante. A livello regionale la gente si stupisce di tutta la nostra attività, dei nostri impianti e anche della passione con cui qui si vive la pallacanestro. Noi reggiani diamo per scontato tante cose, ma in rapporto alla popolazione quello che abbiamo, che è stato costruito nel corso degli anni, è tanto Ad esempio, nelle grandi città non ci sono tanti campetti come a Reggio, poi naturalmente si può sempre far meglio».
Le prossime sfide?

«Supportare sempre più le società che con la riforma dello sport si sono trovate ad affrontare problemi nuovi. All’interno dei club non possono più esistere i volontari ma devono essere retribuiti e di conseguenza possono così insorgere delle difficoltà. In più nel consiglio regionale mi è stata assegnata la delega del tre contro tre. A Reggio il terreno è fertile. Mi piacerebbe proporre la nostra città come uno dei poli a livello nazionale del 3X3, tanto che stiamo lavorando per portare a giugno il circuito ufficiale 3X3 in piazza Prampolini». © RIPRODUZIONE RISERVATA