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L’intervista

Chiara Razzano è tra i 40 ammessi al corso Figc a Converciano per preparatori atletici: «Sogno la chiamata della Roma»

Waiiner Magnani
Chiara Razzano è tra i 40 ammessi al corso Figc a Converciano per preparatori atletici: «Sogno la chiamata della Roma»

L’ex giocatrice della Reggiana e dottoressa in Scienze Motorie vuole trasformare la sua passione in professione

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Reggio Emilia Il calcio ha sempre fatto parte della sua vita e ora Chiara Razzano, 25 anni, vuole trasformare questa sua passione in professione. Neo laureata magistrale in Scienze motorie adattate è entrata a far parte del corso per preparatori atletici della Figc che si svolge a Coverciano. «Mi sono laureata a Parma – spiega Chiara – con una tesi sull’allenamento e la forza nel calcio».

Punta a diventare una preparatrice atletica professionistica?

«Questo è l’obiettivo del corso che sto svolgendo a Coverciano e che si concluderà a maggio: siamo in 40 aspiranti preparatori atletici professionisti».

È l’unica reggiana?
«Sì, siamo in quattro donne e tutte con alle spalle un’esperienza calcistica».

Dove nasce questa sua passione per il calcio?

«Ho iniziato a giocare da piccola, nelle squadre maschili, poi sono passata alla Reggiana per cinque anni, che poi è diventata Sassuolo, con esperienza anche in serie A e una parentesi in un club del Trentino. Ho fatto l’ultimo anno da giocatrice con la Reggiana poi ho smesso per iniziare ad allenare alla Reggio Calcio i ragazzini della under 9 e come preparatore i giovanissimi under 14 oltre a svolgere il ruolo di responsabile come preparatore. Da diversi anni sono impegnata con l’Inter Camp come allenatrice».

In che ruolo si è cimentata?

«Ero una giocatrice molto duttile per cui ho giocato terzino e trequartista».

Quanto ha inciso suo padre Antonio che è stato giocatore e oggi un preparatore dei portieri di tanti club tra cui la Reggiana?

«Fin da piccola ho seguito la carriera di mio padre e mi ha trasmesso la sua passione per il calcio e la possibilità di sognare in grande. Vedere il suo percorso professionale mi ha entusiasmato». Cosa l’affascina del mondo del calcio? «Ci sono valori importanti come la coesione, l’unione, lo stare assieme e poi ti consente di essere ambiziosa e di sognare grandi traguardi».

Quanto è stato complicato entrare in questo corso a Coverciano?

«È molto selettivo e per questo ne sono orgogliosa».

Qual è la sua ambizione?

«Il sogno è di entrare in uno staff professionistico maschile. So che non è facile ma ci credo».

C’è un modello a cui ispirarsi?

«Ho avuto la fortuna di poter seguire alcuni preparatori e tra questi Donatello Matarangolo della Ternana da cui ho preso alcuni spunti. Ammiro molto Francesco Perondi che ho ritrovato al corso».

Nella Reggiana c’è Giacomo Ceci, lo conosce?

«Abbiamo fatto assieme il corso Figc per acquisire il patentino di Uefa C. Ci siamo sentiti per l’in bocca al lupo». Oggi il concetto del preparatore atletico è cambiato. Qual è la maggior difficoltà? «Devi sempre rimanere aggiornato perché il nostro lavoro è sempre più basato sullo studio, anche se il rischio di sbagliare è sempre dietro l’angolo. La moderna scienza ci offre anche il supporto delle tecnologie».

In quale società vorrebbe lavorare?

«Il mio sogno è poter entrare a far parte della Roma perché sono tifosa romanista. So benissimo che è difficile ambire a quel livello però ci provo».

Roma e non Reggiana?

«La Reggiana è la squadra della mia città, la Roma il club che mi ha fatto scoprire mio padre».

A maggio doppio festeggiamento?

«La laurea è già nel cassetto, aspetto l’attestato della Figc poi spero di avere una chance per iniziare la mia carriera». © RIPRODUZIONE RISERVATA