Lamberto Boranga e i segreti per una buona vecchiaia: «Alimentazione e attività fisica»
Reggio Emilia: lo storico ex portiere granata presenta domenica il suo libro a Vezzano
Reggio Emilia Si terrà domenica (ore 11) nell’Aula Magna delle nuove scuole di Vezzano sul Crostolo, in occasione della tradizionale fiera, la presentazione del nuovo libro scritto dall’indimenticato portiere della Reggiana degli anni Settanta, l’ottantunenne Lamberto Boranga, dal titolo “Parare La Vecchiaia”. Modera il giornalista Pierpaolo Cattozzi.
Nel libro si descrive il “Metodo Boranga”, una vera e propria svolta nella lotta contro l’invecchiamento fisico e mentale, fondato su tre principi cardine per raggiungere benessere e soddisfazione personale, piuttosto di abbandonarsi a un inevitabile declino. I tre principi cardine sono un’alimentazione dinamica e varia, un’attività fisica con un programma su misura grazie all’apporto di esperti capace di rinvigorire sia il corpo che la mente e infine uno stile di vita il più possibile bilanciato che richiede sempre tanto sacrificio.
Un sacrificio comunque da intendere sempre finalizzato al benessere e in stretto collegamento con coraggio ed impegno, senza trascurare fattori importanti come la gioia di vivere e l’allegria.
La prefazione è stata affidata al professor Gianfranco Beltrami, specialista di Cardiologia Fisiatrica e Medicina dello Sport, stimatissimo docente alle Università di Parma e a Uniroma5 oltre che al San Raffaele.
Beltrami sottolinea quanto sovrappeso e sedentarietà siano responsabili di tutte le malattie croniche non trasmissibili e soprattutto che l’età anagrafica non corrisponde quasi mai a quella biologica. La postfazione è stata affidata invece a Charlie Gnocchi, fratello di Gene e Alberto Ghiozzi, e direttore delle Edizioni del Drago di San Giorgio che hanno pubblicato questo libro il cui ricavato andrà tutto in beneficenza. Il “Metodo Boranga” in poche parole unisce buone regole e cambiamenti radicali rispetto alle abitudini quotidiane, dove gli obiettivi sono quelli di migliorare sia l’aspetto fisico che quello mentale, un elisir per affrontare meglio la terza età.
Boranga, come è nata l’idea di questo suo nuovo libro?
«L’idea è nata perché tutti mi chiedevano quanto anni avessi e come facessi ad avere una forma fisica invidiabile, molti insinuavano che avessi fatto un patto con chissà chi o mi dicevano che semplicemente era impossibile. L’idea poi di tramutare le parole in un libro è stata del fratello di Gene Gnocchi, Alberto Ghiozzi Gnocchi e del suo team».
Come è stato realizzato questo progetto?
«Io ho scritto parti importanti, grazie anche all’editing di Karina Johnston che ha scritto un capitolo tutto al femminile, dove si parla di macrobiotica, cosmesi naturale e tecniche di rilassamento come lo yoga, il reiki, lo shatzu e il qigong, Karina è una collaboratrice dell’entourage di Alberto Gnocchi».
Lei parla molto di alimentazione, pensa sia veramente il fattore principale alla base della salute di ciascuno di noi e perché?
«L’alimentazione per me è la medicina che prendiamo ogni giorno, ma deve essere accompagnata da una attività fisica quotidiana, altra indispensabile terapia anti-aging. Importantissima anche la qualità della vita: non fumare, non bere alcolici, riposare, coltivare allegria e amore devono accompagnare l’alimentazione e l’attività fisica in ogni momento della nostra esistenza. Premesso che la nutrizione corretta deve sempre essere indispensabile sia per una persona normale che per un professionista di qualsiasi sport».
Ci racconti le sue ultime imprese sportive e i suoi progetti.
«Attualmente le mie imprese sportive si sono po’ rallentate. Dopo tanta attività a livello nazionale e internazionale mi sono preso un anno sabbatico, sempre però accompagnato da allenamenti in palestra, ne ho una anche in casa, oltre a frequentare con regolarità il campo di atletica. Di certo farò il mondiale Master a Miami oltre ai vari campionati indoor e outdoor in Italia compreso l’Europeo».
Parliamo di Reggiana, cosa le è rimasto nel cuore di quell’esperienza e di quei compagni, si sente ancora con qualcuno di loro?
«La Reggiana è stato il punto di partenza per tornare a giocare in Serie A dopo Fiorentina e Brescia, devo molto sia alla società che hai tifosi granata che mi hanno sempre stimato ed amato. Proprio nella mia esperienza a Reggio sono riuscito a tirare fuori la mia personalità di portiere. Mi sento spesso con Ciceri e Spagnolo, mentre Crippa, Giorgi e Grevi me li ricorderò per sempre».
Lo Stadio Mirabello non ospita più da anni le partite della Reggiana. Cosa si ricorda di quell’impianto tanto amato dai cittadini e dagli sportivi reggiani?
«Più che uno stadio era un vero e proprio salotto del calcio Un giorno, passando da Reggio, volli rivedere il mio amato Mirabello, fonte inesauribile di bellissimi ricordi. Il custode mi riconobbe e mi fece entrare. Mi sedetti in tribuna e immobile iniziai a pensare e a ricordare, non nascondo che mi scesero lacrime di commozione pensando agli amici, ai tifosi e alle tante battaglie fatte su quel campo ora irriconoscibile dopo il restyling. I momenti più belli e simpatici li ho scritti in un libro proprio per deliziare il pubblico granata, quelli spiacevoli non li ricordo mai; vi dico solamente che in un campionato vincemmo 14 partite di fila in quel gioiello di stadio che era un vero e proprio inespugnabile bunker. D’altra parte seguo con affetto la Reggiana anche oggi e sono sicuro che la squadra allestita da Viali e Pizzimenti farà un ottimo campionato».
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