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Basket serie A

La Unahotels Reggio Emilia cerca il tris nella tana della capolista Trieste

Adriano Arati
La Unahotels Reggio Emilia cerca il tris nella tana della capolista Trieste

Alle 20 la partita contro una formazione che ha collezionato tre successi in tre gare

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Reggio Emilia È attesa ad una delle partite più complesse del mese di ottobre, la Unahotels che domenica sera sarà nuovamente impegnata in trasferta contro la Pallacanestro Trieste. La formazione giuliana è una neopromossa, ma molto sui generis; costruita per far bene, con risorse e attenzione, al momento è prima, imbattuta, ha vinto in casa con Milano per poi battere lontano dall’Adriatico prima Napoli e poi Tortona. Un cammino notevole, unito a un gioco scintillante affidato prima di tutto al talento del trio di esterni Usa formato da Colbey Ross, Markel Brown e Denzel Valentine.

L’entusiasmo è alto, il pubblico sarà numeroso e bello caldo, anche perché tanti tifosi triestini non possono scordarsi che fu proprio Reggio a beffare la loro squadra due anni fa; la vittoria della Unahotels all’ultimo turno, unita al contemporaneo tracollo di Trieste a Brindisi, regalò a Pallacanestro Reggiana una salvezza a quel punto insperata, condannando i giuliani alla retrocessione. L’esilio è durato solo una stagione, la nuova proprietà ha fatto le cose sul serio e, affidandosi al coach statunitense Christan, ha assemblato un organico capace di vincere l’A2 alla prima occasione. E da quello zoccolo duro si è ripartiti, mantenendo l’ossatura italiana formata da Ruzzier, Candussi, Bossi, Campogrande e Deangeli e aggiungendo un veterano col passaporto tricolore, Jeff Brooks, e stranieri di gran livello.

Oltre al trio fuori, pure i lunghi Uthoff e Johnson sono elementi esperti, solidi e con mano buona. All’appello manca il messicano Reyes, stella dell’A2 ancora fermo per un infortunio.

La Unahotels viene da una sconfitta agrodolce in coppa, in Ungheria è riuscita sempre a rimanere a contatto contro un avversario tostissimo ma allo stesso tempo ha compiuto diversi errori evitabili che l’hanno condannata nel finale. La gara di Trieste è un’occasione buona per scacciare ogni rimpianto e ritrovare la vittoria in un ottobre che si concluderà con un’altra complicata gara in campionato, con Brescia, e con la trasferta a Breslavia, in Polonia, per la terza tappa del girone di coppa. In questo avvio, Reggio ha mostrato una buona coesione difensiva, la capacità di arginare rivali pericolosi con il fisico e con la tattica, faticando invece a trovare punti con continuità. Trieste rappresenta un bell’impegno dietro, certo, ma è prima di tutto l’attacco a dover dare delle risposte, sia a livello di rendimento individuale sia di fluidità di gruppo.

Affidarsi sempre e solo alla classe di Smith e allo strapotere atletico di Faye, i due più costanti sinora, non è possibile, ancora di più contro una Pallacanestro Trieste che ha tanti lunghi, e ruvidi, da opporre al 19enne centro biancorosso e esterni con stazza che potrebbero provare a far soffrire Smith con muscoli e pressione costante. Occorrerà concentrazione, e tanta, per non far correre Trieste, usando anche i falli con intelligenzae magari limitando le tante palle perse gratuitamente in queste prime partite.

Contro gente come questa, buttare al vento troppi palloni significa regalare contropiedi e folate in velocità capaci di stroncare le reni.

I vari Winston e Barford sono chiamati a dar risposte, così come il giocatore più indietro, Cheatham, che ancora paga il mese di stop forzato durante la preparazione a causa di un infortunio.

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