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«Ho grande fiducia nella nuova Unahotels»

Linda Pigozzi
«Ho grande fiducia nella nuova Unahotels»

Il vicepresidente biancorosso Enrico San Pietro è convinto: «La squadra saprà dare belle soddisfazioni ai nostri tifosi»

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Reggio Emilia Oltre ad aver portato tante novità in squadra e in società, l’estate ha segnato l’uscita dai soci biancorossi di Enrico San Pietro. Il top manager reggiano ha però mantenuto il ruolo di vicepresidente del club, oltre a restare nel Cda biancorosso.

«Nel 2020 il mio ingresso in Pallacanestro Reggiana è stato un atto d’amore per il club che in quel momento rischiava di scomparire – racconta – . Era un periodo duro con gli incassi ridotti dalla restrizioni per il Covid e le sponsorizzazione più basse. Era diventato impegnativo per me continuare anche alla luce del progetto di Casa Biancorossa che è incredibile ed entusiasmante ma richiede un impegno finanziario ancora maggiore. Quindi ho preso questa decisione».

Come è stata accolta dagli altri soci?

«Mi hanno chiesto di continuare a svolgere il ruolo di vicepresidente e di restare nel Cda: questo mi onora e garantisco che anche in questo nuovo corso darò ancora di più il mio contributo nel percorso di crescita del club».

Casa biancorossa, appunto. Quando sarà inaugurato il cantiere?

«Si stanno risolvendo le ultimissime questioni amministrative e gestionali e nel frattempo si sta procedendo a individuare i fornitori che saranno con noi nel complesso lavoro di costruzione. Dopo l’estate finalmente daremo il via ai lavori».

Prima c’è però un appuntamento importantissimo: il 3 settembre la società festeggerà il cinquanta anni in piazza. Quanti ne ha vissuti col club?

«Sono quarantaquattro (sorride, ndr). Sono entrato nel 1980 nel settore giovanile, dopo di che sono diventato allenatore poi tifoso e quindi socio e vicepresidente».

Momento esaltanti ne ha vissuti. Quali ricorda con maggior piacere?

«L’arrivo ai massimi vertici del basket italiano con la promozione in A2 del 1982 e poi, due anni dopo, in Serie A1: quelli restano speciali perché li ho vissuti da adolescente. Il più grande dispiacere coincide con il miglior risultato di sempre del club: la sconfitta in Gara 7 della finale playoff con Sassari, quello che ricorderanno per sempre tutti i tifosi».

Tornando al presente, soddisfatto della nuova squadra?

«Arrivavamo da una stagione molto positiva in cui il gruppo aveva dimostrato di saper stare insieme superando momenti duri. La nostra idea è stata quindi quella di mantenere il gruppo il più possibile e inserirne un paio di elementi per fare un ulteriore passo avanti. Il mercato però è difficilmente prevedibile. Abbiamo confermato un buon numero di giocatori, oltre allo staff tecnico, ma non siamo riusciti a confermarne due molti importanti come Galloway e Black. Questo ha generato alcune complessità nella gestione del mercato, perché con entrambi le trattative sono andate avanti abbastanza a lungo. Quando abbiamo capito che avrebbero preso altre strade, avevamo strade di riserva. Le alternative a maggio e giugno erano più numerose, a luglio un po’ meno».

È comunque fiducioso?

«Sono molto fiducioso perché ritengo che la nuova squadra sia un bel mix sia a livello tecnico sia umano e credo che possa dare belle soddisfazioni ai nostri appassionati».

Il salto di qualità passerà necessariamente dalla crescita di Grant e Faye?

«Sia Sasha sia Momo hanno contratti pluriennali proprio perché abbiamo creduto da subito nelle loro potenzialità. Quest’anno ci aspettiamo una crescita importante da entrambi».

È stato difficile trattenere Momo Faye?

«Per Momo è stata un’estate di grande visibilità. Sia lui sia il suo agente avevano però ben chiaro che la Pallacanestro Reggiana è stata importante lo scorso anno perché ha dato a un 2005 grande spazio e che ora può consentirgli di fare il successivo passaggio che potrà portarlo a palcoscenici ancora più importanti».

Fedeli alla linea green, avete puntato sul giovane play emergente Filippo Gallo.

«Abbiamo voluto dare una chance a un ragazzo che vale. Ha avuto modo di mettersi in mostra in A2 e nelle nazionali giovanili. Gallo ha caratteristiche tecniche e fisiche interessanti. Per noi ha tutto per affermarsi anche in Serie A ed è una sfida che lui ha raccolto».

Qualche tifoso è scettico sulla nuova guardia titolare Jaylen Barford. Ritiene che riuscirà a far dimenticare Galloway?

«Crediamo in lui. I commenti dei tifosi riguardano probabilmente la sua stagione a Pesaro, quando il giocatore era giovane ma aveva comunque già fatto vedere ottime cose. Nelle successive stagioni in Russia è cresciuto molto e arriva qui in piena maturità. Ha caratteristiche diverse da Langston, è atletismo e ha capacità di attaccare il ferro, è meno forte da tre ma garantisce una difesa più tosta. Si sposta bene con Cassius Winston, il nuovo play che ha un grande talento sia da tre punti sia nel mettere in ritmo i compagni».

Sotto sarà Stephane Gombauld a raccogliere la pesante eredità di Tarik Black. Cosa ne pensa?

«Il febbraio scorso abbiamo avuto la bravura, ma anche la fortuna, di ingaggiare Black, centro di altissimo livello con qualità tecniche e umane che gli avevano permesso di inserirsi subito in gruppo. Abbiamo provato a confermarlo ma lui ha fatto la scelta, legittima, di giocare in Eurolega. Noi abbiamo preso Gombauld, un lungo che forse che non ha acceso l’entusiasmo dei tifosi ma che ha numeri importanti e confidiamo possa inserirsi molto bene nel gruppo».

Grande novità è la campagna abbonamenti lunga un’estate. Come sta procedendo?

«È stata una scelta di notevole discontinuità rispetto al passato. Abbiamo analizzato i dati delle scorse stagioni e abbiamo visto alcuni aspetti migliorabili. Abbiamo pensato di rendere più accessibile l’evento ai nostri tifosi con meno disponibilità economica chiedendo qualcosa in più ai nostri abbonati di Parterre e Tribunale Centrale. C’è chi non ha gradito, ma crediamo che la campagna alla fine avrà lo stesso riscontro degli altri anni se non superiore».

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