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Il Primo Tricolore agli atleti olimpici di Reggio

Nicolò Valli
Il Primo Tricolore agli atleti olimpici di Reggio

Consegnata ieri a Yassin Bouih la copia della bandiera

27 luglio 2024
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Reggio Emilia Un gesto simbolico, come a dire: “Noi siamo con voi, a prescindere dal risultato sportivo».

Nello stesso giorno dell’apertura dei Giochi Olimpici di Parigi (caratterizzati ieri da momenti di tensione, a partire dal boicottaggio della linea dei treni alta velocità), il Comune ha deciso di assegnare alla delegazione reggiana le copie del Primo Tricolore, assegnando simbolicamente agli atleti il ruolo di ambasciatori dello sport reggiano all’evento planetario in scena a Parigi.

Solitamente le copie del Primo Tricolore vengono consegnate in seguito a un’impresa, ma stavolta c’è stato un cambio di rotta, come se per l’amministrazione fosse già rilevante quello che Yassin Bouih, Zaynab Dosso, Sara Morini e Ana Maria Vitelaru hanno fatto sino a questo punto della carriera, onorando e tenendo alto il nome di Reggio in Italia e nel mondo.

Ieri, nella Sala Rossa del Comune, c’era solo lui, Bouih, poiché le altre atlete sono già dirottate sotto la Torre Eiffel. Insieme a lui, visibilmente emozionati, i genitori Laila e Lahcen di origine marocchina, gli allenatori e gli amici di sempre.

Yassin, nato a Reggio il 24 novembre 1996 e residente nel quartiere di Santa Croce, si è avvicinato al mondo dell’atletica solo a 16 anni, ma da quel momento la sua è stata una crescita costante, specialmente nelle lunghe distanze sino ad affermarsi nei 3000 siepi, disciplina caratterizzata dal famoso salto nell’acqua.

C’erano tutti ieri, compresi il presidente del Coni Provinciale Ivano Prandi e Paolo Codeluppi, presidente dell’Atletica Reggio dove è cresciuto e che, dalla platea, guardava con orgoglio il talento che ha contribuito a plasmare e spiccare il volo: «Non l’ho mai visto giù di corda o con atteggiamenti sopra le righe, sono veramente contento», ha detto a proposito del ragazzo.

«Per arrivare a questo appuntamento sono passato da tante sconfitte – ha detto il diretto interessato –. Ora sono veramente fiero di rappresentare Reggio in questo sogno olimpico. Il mio idolo era ed è ancora Hicham El Guerrouj, il grande mezzofondista marocchino: a lui mi sono sempre ispirato. Il programma? Il 5 c’è la semifinale dove partecipano i migliori 36 al mondo. I primi 16 accederanno alla finalissima del 7 agosto: inutile dire – conclude Bouih – che sarebbe fantastico potermi considerare un finalista olimpico».

Il giovane reggiano ha anche ricordato campioni della nostra terra a cui si è ispirato e che hanno particolare affinità con i Giochi a 5 Cerchi: è il caso, neanche a dirlo, di Stefano Baldini e Giuliano Razzoli.

«Il Primo Tricolore, padre della bandiera italiana, vuole essere di buon auspicio per atleti che, oltre all’Italia, rappresenteranno la nostra città in un evento unico – ha detto l’assessore allo Sport, Stefania Bondavalli – In bocca al lupo, dunque, a Yassin e alle altre tre atlete per realizzare il sogno olimpico».

Il sindaco Marco Massari ha annunciato di avere scritto nei giorni scorsi una lettera al presidente del Coni Malagò e al presidente del Comitato Paralimpico Pancalli, ricordando l’importanza della Rerpubblica Cispadana e della bandiera italiana che è germogliata proprio a Reggio: «Una bandiera rappresenta soprattutto una comunità, che si riconosce in valori quali la pace, la giustizia, l’accoglienza, l’uguaglianza e la libertà. Reggio, città del Tricolore, è anche città di integrazione, di accoglienza, di pace. Ecco – ha ribadito con orgoglio – perché abbiamo atleti così forti». l