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Reggiana, senti Goretti: «Ci date per morti, ma ci salveremo»

Massimo Sesena
Reggiana, senti Goretti: «Ci date per morti, ma ci salveremo»

Il ds dopo il Cosenza: «I punti che mancano? Possiamo prenderli a chiunque, altrimenti vinceremo i playout»

24 aprile 2024
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Reggio Emilia «A inizio stagione mi ero ripromesso di parlare il meno possibile. Ora mi tocca cambiare rotta: penso che da qui alla fine parlerò dopo ogni partita...».

Il direttore sportivo della Reggiana Roberto Goretti riprendere il palcoscenico all’indomani delle quattro sberle che i granata hanno rimediato in casa, contro il Cosenza. E la notizia, o quantomeno la suggestione, c’è tutta: Goretti rientra in campo e lo fa schierandosi in un ruolo che non era quello che ricopriva quando giocava. Gioca in difesa, stavolta.

Difesa old style

Difesa vecchio stampo, quella a cui ci si affida quando l’unica cosa che conta è il risultato. Niente costruzione dal basso, ma – quando serve – palla in tribuna.

Gioca in difesa, Goretti. Difesa dell’allenatore, della squadra, della società. Da ultimo, di se stesso, non per presunzione ma – banalmente – per il fatto che, qualora a fine stagione la salvezza non arrivasse, sarebbe il primo a salutare.

Gioca in difesa, Goretti. E lo fa anche quando gli si fa notare che torna a parlare dopo che il patron Romano Amadei che per la prima volta è parso accettare l’ipotesi, ancorché remota al momento, di cambiare la guida tecnica, se le cose dovessero peggiorare ulteriormente. E il fatto che parli Goretti e non qualche altro socio della Reggiana (che magari potrebbe pensarla diversamente dal patron) la dice lunga sul momento delicato che sta passando la società granata.

Ma oggi occorre serrare le fila. A questo proposito, anche a riprova che non si può dire che non abbia analizzato le tre sconfitte contro Cittadella, Lecco e Cosenza, Goretti discerne e divide il boccone amaro in tre bocconi più piccoli, il cui sapore tuttavia non cambia. Del resto, se non vuoi farti schiacciare dalla eccessiva negatività devi trovare quello che di positivo c’è, persino in una sconfitta. Invero, la disamina di Goretti arriva a spiegare le prime due sconfitte, contro Cittadella e Lecco.

Davvero sono tre sconfitte diverse quelle che ci hanno precipitato in crisi?

«Con il Cittadella – sottolinea Goretti – eravamo reduci dalla vittoria a Venezia, dove avevamo disputato una gran bella partita. E con il Cittadella abbiamo disputato una partita buona, sia pure sprecando diverse occasioni da rete, soprattutto nel primo tempo. Avremmo meritato la vittoria e invece abbiamo perso. Quella contro il Lecco è stata una partita difficile, anche dal punto di vista ambientale. E nonostante questo, abbiamo concesso soltanto mezzo tiro in porta e loro hanno segnato con quel mezzo tiro».

Contro il Cosenza, invece...

«Abbiamo giocato veramente male, è stata una delle nostre peggiori partite».

Resta poi il fatto che, in queste tre partite la prestazione della squadra è andata peggiorando...

«Vero, e su questo aspetto tutti stiamo lavorando. La prestazione con il Cosenza resta davvero incomprensibile...».

Su queste sconfitte hanno pesato le assenze di Bardi e Girma?

«Bardi e Girma sono due giocatori importanti e hanno fatto una stagione strepitosa ma coloro che li hanno sostituiti sono stati all’altezza».

Il nemico

Serrare le fila. Chiudere la porta dello spogliatoio, in modo che niente possa più ferire i giocatori. E come prima mossa, come se avesse fatto tesoro delle parole di Umberto Eco, per questa Reggiana mai così in crisi, il ds granata s’inventa un nemico. Che non è, come ci si potrebbe attendere, il Palermo che ci aspetta alla Favorita. E nemmeno le altre squadre che il calendario ci mette davanti da qui alla fine. No, il nemico che si inventa Goretti è di quelli che servono a serrare le fila, a cementare il gruppo.

Alla Reggiana mancano ancora i punti per la salvezza. Il calendario propone quattro partite per nulla facili...

«È da quando è uscito il calendario che dite che le ultime quattro partite sono terribili per noi. Poi adesso ci date per morti...».

Nessuno vi sta dando per morti... Semplicemente, le ultime tre partite, tutte finite con altrettante sconfitte, gettano un’ombra inquietante sulla squadra...

«È il momento più difficile della stagione, non c’è dubbio, ma sono convinto che alla fine la squadra ne verrà fuori».

Resta che, per salvarsi occorrono punti. Tra Palermo, Modena, Samp e Parma, dove li andiamo a prendere?

«Possiamo prenderli in tutte le partite. Sono quattro incontri di serie B, quattro partite da tripla».

Palla in tribuna

Invero, quanto Goretti tenga a questa salvezza è desumibile dalla determinazione con cui butta la palla in tribuna piuttosto che trovare gli eventuali colpevoli di questa situazione.

E adesso? Davvero non crede che si debbano prendere provvedimenti? Ad esempio, portare la squadra in ritiro...

«In questi momenti si pensa di tutto. Ma le chiacchiere servono a poco. Quello che abbiamo dobbiamo tirarlo fuori, dimostrare sul campo che meritiamo questa categoria».

È un caso che questo momento critico coincida con le voci di mercato che prima hanno riguardato lei e poi Nesta?

«Queste – dice – delle voci di mercato sono dinamiche ogni anno puntualmente si verificano, fanno parte di questo periodo della stagione. E nel 90% dei casi non c’è nulla di vero».

Questa squadra è pronta ad affrontare anche i playout?

«Questa squadra ha ben chiaro l’obiettivo da raggiungere, che è quello della salvezza. Se arriverà senza playout tanto meglio. Altrimenti vinceremo i i playout».

Lei ha già vissuto questa esperienza, proprio con il Cosenza...

«In realtà in otto anni che faccio il ds ho sempre lavorato in società che avevano un budget che andava dal dodicesimo al diciannovesimo posto. Quindi ho sempre lottato per la salvezza. Ma il paragone con il Cosenza non ci sta. In agosto avevamo 5 giocatori e gli altri erano ragazzi della Primavera. Niente di paragonabile alla situazione della Reggiana»

Niente sta distraendo i giocatori?

«Quello che vi posso assicurare è che tutta la società è focalizzata sull’unico obiettivo. E su questo obiettivo siamo al 100% con la squadra, lo staff tecnico, la dirigenza, il sottoscritto e la società, perché davvero in queste partite ci giochiamo il nostro futuro».

La sua fiducia verso Nesta è intatta?

«Sì, assolutamente».

I tifosi vi hanno esortato a dare di più. E a Palermo ci saranno...

«Quando dico che la Reggiana è una figata penso anche al tifo che segue la squadra ovunque, incita i giocatori fino all’ultimo minuto. Poi a Reggio Emilia si vive bene , c’è una grande coesione d’intenti, la società è fatta di persone perbene, giochiamo in un bellissimo stadio e stiamo costruendo un grande centro sportivo. Conquistando la salvezza potremo salvare tutto questo che è il vero patrimonio della società».l