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«La Unahotels si salverà»

Adriano Arati
«La Unahotels si salverà»

Il nuovo centro Marcus Lee si presenta alla città «Qui ho visto giocatori che hanno voglia di raggiungere l’obiettivo»

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Reggio Emilia Pronto a proteggere il ferro e dare forza e verticalità contro chiunque.

Dopo una settimana di lavoro con i compagni, si è presentato ufficialmente ieri l’ultimo acquisto biancorosso Marcus Lee, 28enne centro già visto in Italia a Cremona.

Saltatore, stoppatore e rimbalzista, può dare un grande impatto difensivo, mentre in attacco la sua efficacia è legata a quella dei passaggi, preferibilmente sopra al ferro, dopo i giochi a due con le guardie.

A introdurlo, il team manager biancorosso Michele Talamazzi, che ha sottolineato come «Lee abbia le caratteristiche fisiche e atletiche per darci quell’aggressività sotto canestro finora mancate. Potrà aiutarci, se saremo bravi a valorizzarlo».

A partire dall’impatto dietro: «in difesa sa proteggere bene l’area, in attacco può finalizzare palloni anche sopra al ferro. Ha giocato in tanti campionati, ha ormai tanta esperienza e anche questo ci potrà aiutare parecchio».

Per quanto riguarda l’incastro con gli altri lunghi stranieri, di cui uno dovrà rimanere a sedere, «non starei a guardare tanto il ruolo quanto le caratteristiche, e credo che Marcus abbia le caratteristiche per giocare bene al fianco dei nostri altri lunghi. Abbiamo scelto di confermare Burjanadze anche in quest’ottica, per tenere alta l’intensità degli allenamenti e per avere una copertura in caso di problemi fisici».

Parole confermate da Lee.

«Sono entrato nella seconda fase della mia carriera - ha spiegato il nuovo centro della Unahotels - ho girato tanto e avuto tante esperienze, credo di poter capire cosa serva a una squadra e cosa possa dare io a una formazione per arrivare all’unico reale obiettivo, vincere».

«Penso di sapermi adattare bene ai nuovi contesti, arrivo molto motivato, spero di poter essere anche un riferimento per i ragazzi più giovani. Per esperienza, quando si arriva in una squadra in questa situazione di classifica, ci sono due possibilità. O i giocatori hanno già mollato, e aspettano solo la fine della stagione, o ci credono ancora. Io qui ho visto occhi di gente che ci crede e vuole arrivare alla salvezza» ha quindi aggiunto.

«Nei primi giorni qui ho cercato di conoscere al meglio i miei compagni, il coach, di capire cosa chiede e come posso comunicare con loro per dare il mio contributo. In questi anni credo di aver dimostrato di poter sempre dare il mio contributo per proteggere l’area e nelle battaglie a rimbalzo, anche contro avversari che magari avevano una stazza superiore alla mia».

Un’altra avventura da affrontare per un giramondo che dopo il college a Kentucky con parecchie stelle Nba come Town, Adebayo e Randle ha vissuto in tanti contesti, e che a Reggio porterà il numero 24.

Proprio il numero indossato da Kobe Bryant nell’ultima fase della sua carriera.

«Il numero di famiglia è il 22, dal liceo poi per vari motivi ho portato il 24, quando è morto Kobe, uno dei giocatori che più ammiravo, ho pensato se cambiarlo o meno, poteva sembrare irrispettoso ma poteva essere anche un gesto di affetto, un omaggio. Così è stato, e ho deciso di mantenere il numero anche qui a Reggio, una città che sto iniziando a conoscere, girando con la mia fidanzata Amber».