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Dosso: «Rubiera è casa mia»

Cristiana Filippini
Dosso: «Rubiera è casa mia»

La campionessa italiana dei 60 metri ospite d'onore per i 70 anni della Corradini Excelsior

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Rubiera La festa che si è svolta mercoledì sera al teatro Herberia per celebrare i 70 anni della Calcestruzzi Corradini Excelsior, ha visto la presenza di una stella che ha brillato più di tutte le altre: Zaynab Dosso.

La portacolori delle Fiamme Azzurre, altra atleta di rilevanza mondiale uscita dalla "cantera" dei fratelli Emilio e Marco Benati, si è presa tutta la scena.«Tornare a Rubiera – dice la velocista azzurra – è come tornare a casa. Mancavo da più di un anno e rivedere le persone con le quali sono cresciuta è stata una boccata d'aria fresca».

Soprattutto rivedere chi ha creduto in lei diversi anni fa. ..

«Assolutamente sì. Le persone che hanno creduto in me più di quanto non abbia fatto io con me stessa. Quando dicevo che avrei fatto le Olimpiadi in realtà non ci credevo, mentre loro ne erano convinti. Per questo devo ringraziare tutti perché la Corradini non è stata solo la società dove sono cresciuta, ma è stata una famiglia. E le persone di questa famiglia sono state fondamentali soprattutto nei momenti bui». Qual è stato il momento più buio? Quello in cui ha detto: "adesso smetto"?

«Nel 2018 stavo benissimo e in una finale ho avuto l'ennesimo infortunio di natura muscolare. E' stata la batosta che mi ha spinto a dire basta. Invece devo dire grazie a Loredana Riccardi che mi ha seguito passo dopo passo portandomi ogni giorno a fare le cure, perché da sola non ce l'avrei fatta».

Poi le vostre strade si sono divise e lei è andata a Roma. Come è arrivata a questa decisione?

«Sono stati loro a spingermi a prendere questa decisioni convinti che là avrei trovato le persone che mi avrebbero aiutata a crescere. E quando torno l'aria che respiro mi fa stare bene perché questa è l'aria di casa».

Quella medaglia di bronzo che si è messa al collo ai campionati europei quanto pesa?

"Parecchio, ma è anche leggerissima perché è stata il frutto di impegno e divertimento. Ho lanciato la staffetta e mi sono detta che queste persone credevano in me come altre persone lo avevano fatto. Dovevamo andare a prenderci il bronzo».

Un bronzo sofferto che vi hanno penare per un cambio fatto al limite.

«La paura c'è stata quando una volta arrivate sul traguardo sapevamo che il primo cambio era stato lunghissimo. L'allenatore ci aveva detto di fare un cambio lungo per mantenere la velocità ma noi l'abbiamo preso alla lettera, fin troppo. In quel momento abbiamo avuto davvero tanta paura visto che la Spagna aveva presentato ricorso. Invece ci siamo portate a casa un bronzo più che meritato».

Le sue specialità sono i 60, i 100 e la 4x100. In futuro la potremo vedere cimentarsi anche sui 200?

«Al momento lo escludo. Richiede un tipo di preparazione molto diverso e si rischia di non fare risultato in nessuna delle gare».

Quando riparte per Roma?

«Il primo gennaio, così finalmente posso trascorrere le vacanze a casa. Avevo messo il countdown perché non vedevo l'ora di tornare, mancavo da troppo tempo. Così posso tornare alle vecchie abitudini di ragazzina spensierata».l