«La Regia in B? Sarebbe un sogno ma la matematica dice Carpi...»
l’intervista
luigi cocconcelli
In attesa di una comunicazione sul da farsi,sulla ripresa o meno degli allenamenti che ancora da Ravenna non è arrivata , Luciano Foschi da un mese è tornato a Cavriago, a casa sua.
E da qui , da spettatore non neutrale, assiste alle diatribe su chi debba essere la quarta promossa in serie B.
Spettatore non neutrale, perché «da reggiano d’adozione, da ex allenatore granata sarei felicissimo, pronto a festeggiare una promozione in B della Reggiana».
Ma c’è un però. Foschi si è alienato simpatie da questi parti giudicando condivisibile il criterio adottato dall’assemblea di lega nel proporre come quarta promozione il Carpi.
«Io - precisa mister Foschi - ho detto che è condivisibile optare per un metodo meritocratico, che la decisione debba spettare al campo e non a formule strane come i bussolotti. Detto questo è stato scelto un metodo aritmetico e questo metodo, di un’inezia premia il Carpi, capisco la delusione di Reggiana e Bari, a parti invertite sarebbe Bonacini a lamentarsi».
L’obiezione della Reggiana è che il Carpi non può essere avvantaggiato dal fatto di aver giocato una partita in meno, di Carrarese e Bari che in pratica i 3 gironi vanno considerati campionati a se stanti, con valori diversi che rendono dispari il calcolo media-punti…
«Quando un campionato viene sospeso e non può essere annullato, bisogna inventarsi dei criteri, quello matematico mi pare più rispondente alla meritocrazia, poi lo hanno scelto le società, è come se in coppa vinciamo entrambe una partita, ma passa chi ha segnato un gol in più, magari in trasferta, nelle competizioni a gironi quando al turno successivo accede la miglior , che so, terza, mica si sta a guardare se in uno ci sono squadre materasso».
Pensa che il consiglio federale confermerà la decisione?
«Non ne ho la più pallida idea, quando subentrano opinioni, interessi politici ed economici io mi fermo, non è il mio campo e non vi va di avventurarmi in previsioni, sen non quella che ci attende un estate ricca di ricorsi e controricorsi, passata in tribunale perché qualunque sarà la scelta lascerà per forza qualcuno scontento».
E sul blocco retrocessioni?
«Mi pare giusto, a dodici giornate dalla conclusione era ancora tutto aperto e non si possono penalizzare gli sforzi di tanti presidenti, comprendo, anche qua, che la serie D non sia d’accordo, ma a situazioni straordinarie si deve rispondere anche con buon senso».
Plausibile la disputa di playoff, anche in forma ridotta?
«Con questi protocolli sanitari per la C è impossibile ripartire, già avanzano dubbi di fattibilità quadre di A, a parte tutto si calcola un costo di 150mila euro mensili per rispettare il protocollo, se in C c’è qualche società disposta a spenderli si faccia avanti, ma a quel punto diventa un discorso di risorse economiche, nulla a che spartire con la meritocrazia».
Stando così le cose, però, è difficile anche ipotizzare una ripresa in estate, fianco in autunno..
«L’auspicio è che i protocolli vengano rivisti, che si trovi una cura, almeno un vaccino, che la situazione sanitaria migliori, la voglio di tornare a giocare è tanta, è il mio lavoro, ci sono anche aspetti contrattuali, ma la salute dei giocatori viene prima di tutto».
Ammesso che si riesca a ripartire, con – come richiesto dal presidente della Lega Pro Ghirelli- eliminazione delle fideiussioni, adempimenti fiscali spostati a settembre, non si corre il rischio che poi si ripetano situazioni come quelli del Modena di 2 anni fa?
«Mi auguro che i controlli ci siano, che si impedisca a qualcuno di cavalcare l’onda del corona per non rispondere di male gestioni precedenti, di sicuro rimarrà come requisito per l’iscrizione l’assenza di contenziosi relativi alle mensilità di aprile, maggio e giugno ed in qualche maniera andranno trovati accordi con i giocatori, adesso l’importante è che il governo stanzi aiuti per poter portare a termine questa stagione, dal punto di i vista economico, intendo, alla prossima ci penseremo». —