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Iraci: "Basta, quello calcio mi fa schifo"

Wainer Magnani
Iraci: "Basta, quello calcio mi fa schifo"

«Chi gioca nella Reggiana non capisce la fortuna di indossare quella maglia»

17 dicembre 2014
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REGGIO EMILIA. Sessantesette partite con la maglia della Reggiana, quattro gol ma soprattutto un cuore granata grande come una casa. E’ la storia di Benedetto Iraci, indimenticato terzino-ala palermitano che ha deciso di dare l’addio al calcio.
Iraci, cosa è successo?
«Lo scorso anno a gennaio mi sono sfasciato il ginocchio e sono stato operato. Avevo già problemi al piede della stessa gamba».
Ma un infortunio si può superare.
«E’ vero, forse la verità è che non mi divertivo più a giocare a calcio in un certo ambiente».
Era alla Paganese?
«Questo calcio mi ha schifato e non mi manca, almeno per il momento. Adesso mi alleno in palestra e con degli amici, faccio di tutto tranne giocare a calcio».
E’ un addio definitivo?
«Non l’ho ancora detto apertamente ma ci sto pensando seriamente. Per me il calcio è divertimento e se non c’è questo stimolo, i soldi non contano».
E cosa fa?
«Ho aperto un’attività per sbarcare il lunario: allestimenti per le feste».
Eppure è ancora giovane.
«Ho 25 anni ma un conto è arrivare in serie A, altro è dover mendicare un contratto in serie C per non parlare della serie D. Meglio dire basta».
La Reggiana resterà il suo rimpianto?
«A Reggio è nato mio figlio e per me è stato l’apice della mia carriera. Giocare nella Reggiana è stato un sogno. Per me che venivo dal Potenza era come indossare la maglia del Real Madrid».
Un affetto ricambiato dai reggiani.

«Per essere apprezzato dai tifosi granata basta dare tutto se stessi e comportarsi bene».
Ha ancora rapporti con Reggio?
«Ho ancora tanti amici e anche dei parenti a Sassuolo. Mi tengo in contatto su facebook poi questa estate ho rivisto Alessi e Cossentino».

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Inutile dire che fa il tifo per la Reggiana?
«Non lo voglio dire perché altrimenti dicono che porto male ma io seguo da vicino la Reggiana e spero di poter festeggiare a fine giugno. Ma non dico cosa».
Tornerà a Reggio?
«Mia moglie vorrebbe fare un altro Capodanno a Reggio».
 

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Si sente con Alessi?
«Sì ma non parliamo di calcio. So, però, che la squadra gioca bene».
Cosa vorrebbe dire ai tanti giovani che indossano la maglia granata?
«I ragazzini oggi non ti ascolano più. Io quando sono venuto a Reggio, negli spogliatoi, stavo zitto e ascoltavo. Oggi si sentono già arrivati, hanno la puzza sotto il naso e non capiscono la fortuna che hanno a giocare nella Reggiana. Lo capiranno quando andranno via e si ritroveranno a Pagani o Potenza».