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Donell Taylor, il grande ritorno a Reggio

Adriano Arati
Donell Taylor, il grande ritorno a Reggio

L'esterno dell'Alabama, protagonista della promozione dalla Legadue della Pallacanestro Reggiana, è stato ingaggiato per sostituire l'infortunato Drake Diener

06 ottobre 2014
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DONELL TAYLOR

Un simbolo della rinascita biancorossa, un talento a volte inarrestabile, se non dalla sua testa. Era difficile prevedere un ritorno a Reggio per Donell Taylor, ma la messe di infortuni biancorossi ha aperto la strada al nuovo ingaggio, questa volta a tempo, per la guardia americana. Una scelta comprensibile: Taylor conosce benissimo l’ambiente reggiano, lo staff e molti compagni, e ha le doti per fare bene alla svelta, senza lunghi periodi di adattamento.

Oltre a portare con sé parecchi ricordi dolci. Il 32enne esterno dell’Alabama, portato in Italia da Casale Monferrato, ha avuto un ruolo cardine sia nell’annata della promozione dalla Legadue, sia nella prima entusiasmante stagione in A, conclusa a gara 7 con Roma. Fra l’altro, e non è ciliegina da poco, chiudendo come miglior realizzatore del campionato con 20 punti scarsi a gara. Nel 2013/2014, dopo aver rifiutato il rinnovo con Reggio per cercare ingaggi più sostanziosi, è finito a Venezia, naufragando nelle difficoltà collettive della Reyer. Anche se poi, cifre alla mano, ha viaggiato a oltre 15 punti di media . L’esito negativo dell’annata veneziana gli ha fatto perdere quotazioni sul mercato, e a ottobre si è trovato libero proprio quando la Grissin Bon ha iniziato a accumulare infortuni a raffica, con la mazzata finale di Diener.

Per ora gli manca il ritmo partita, e rimane un giocatore difficile da inserire nell’attuale contesto tecnico biancorosso, ma appena spazzerà la ruggine si tornerà a vedere uno dei migliori attaccanti degli ultimi anni. Quasi due metri, agile, sa far canestro in tutti i modi, col tiro da fuori, in avvicinamento sfruttando il tocco dolce e la stazza, con i suoi classici isolamenti “contro il mondo” da cui spesso esce con due punti dopo un tiro in allontanamento. Palleggia bene e la passa ancora meglio, quando decide di farlo, e può dare un ottimo contributo a rimbalzo e in difesa. La continuità non è la sua forza, per così dire. Ha sempre alternato momenti di onnipotenza a fasi di “distacco” in cui gioca da solo, ignora gli schemi e esce dal contesto. Ma quando la testa c’è, a ridere meno sono gli avversari.

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