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Le gemelline sfidano i maschi a calcio: «Giocare con loro? Per noi è normale»

di Wainer Magnani
Le gemelline sfidano i maschi a calcio: «Giocare con loro? Per noi è normale»

Reggio Emilia, Sara e Giada Novelli militano nella squadra giovanissimi del Felina che domenica proverà a vincere il Montagna

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FELINA (REGGIO EMILIA). Il calcio non fa distinzioni di razza (nonostante ciò che pensa Tavecchio) di religioni e anche di sesso. La passione è l’unico denominatore comune. La conferma arriva da Sara e Giada Novelli, le due gemelle che militano nella squadra giovanissimi del Felina che domenica si apprestano a conquistare il titolo nel torneo della Montagna. «Per noi giocare con i maschi è del tutto normale – rimarcano – anche perché già ci giochiamo tutto l’anno con la squadra del Progetto Montagna».

E’ stato il fratello più grande Matteo a trasmettere a Sara e Giada la passione per il calcio. «Hanno iniziato a giocare in giardino all’età di 6 anni – spiega la mamma Monia, la loro prima sostenitrice – con gli amici di Matteo. A Felina non ci sono squadre femminili e così sono andate nelle formazioni giovanili del Progetto Montagna. Per i ragazzini non c’è un problema di sesso, non importa se maschi o femmine, quello che conta è il divertimento. So benissimo che il calcio è un mondo maschilista e del resto a stupirsi sono più gli spettatori o chi occasionalmente segue le nostre partite».

Per Giada e Sara è del tutto naturale avere compagni di squadra e soprattutto avversari maschi.

«A volte trovo qualche furbetto – sottolinea Sara – ma il più delle volte nessuno ci bada». Anche il problema logistico viene facilmente risolto. «Le società non sono attrezzate per ospitare delle squadre miste – prosegue la mamma – e la soluzione è lo spogliatoio degli arbitri. Ma le ragazze non vi prestano attenzione». La passione ha la meglio su tutto. «E’ così. Sara e Giada sono innamorate del calcio, si può dire che giocano a pallone da sempre. Ora nel Felina, in inverno nel Progetto Montagna e anche con la Reggiana femminile che sarà la loro prossima società». Le ragazze possono giocare in squadre miste fino a 15 anni, questo è il regolamento, poi devono passare alle squadre femminili. «Per questo ho preferito un approccio tranquillo. Con la Reggiana femminile hanno partecipato a dei tornei e si sono divertite, poi vedremo perché a livello logistico per noi è un sacrificio portarle da Felina a Reggio per gli allenamenti».

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La signora Monia non si pone il problema se sono o meno brave a giocare a calcio. «Mi interessa solo che si divertano». La famiglia Novelli gestisce una carrozzeria a Felina e in casa si parla di calcio e moto. «Mio marito Marco è appassionato di motociclismo, sono io che porto Sara e Giada alle partite. Questo torneo del Montagna lo vivono come un Mondiale».

La finale incombe. «E’ stato un campionato difficile – rimarca Giada – ma se vinciamo ci sarà una grande festa a Felina, anche perché potrebbe essere il nostro primo titolo».

Giada è tifosa juventina. «Sono tifosa della Juve e sono venuta a Reggio per vedere le due partite col Sassuolo oltre che il trofeo Tim. Ero presente anche alla partita di Delpiero con il Sydney ma il mio idolo è Pirlo». Sara, invece, ha un record: ha segnato il primo gol nel torneo. «E’ stato contro la Vianese, è stato il mio primo e unico gol».

L'allenatore.

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Potrebbe essere la prima volta del Felina nella categoria giovanissimi. Tornano in finale dopo 25 anni. «E’ stata durissima – spiega il tecnico Antonio Grasso – ma anche meritata. Abbiamo vinto tutte le partite tranne la semifinale dove siamo passati ai rigori. Siamo partiti in ritardo ma ho trovato un gruppo straordinario, affiatato, unito e con ben dieci ragazzi di Felina. Anche questo aspetto mi rende orgoglioso». E poi ci sarà la soddisfazione di portare al titolo una squadra mista.

«Sara e Giada non sono da meno di nessun compagno o avversario, anzi. – prosegue il tecnico – Sono ragazze che hanno grinta da vendere e anche sotto il profilo atletico si fanno rispettare. La loro forza è l’intelligenza tattica. Sara ha giocato tutte le partite da titolare, è un mediano centrale ma l’ho schierata anche in fascia. Giada è sempre subentrata e l’ho utilizzata anche da terzino destro. Sono ragazze innamorate del calcio: sono le prime a presentarsi all’allenamento e le ultime a uscire dal campo. Vivono per il calcio. Me l’ha confermato anche la mamma e sono fiero di averle in squadra. Sarò ancora più orgoglioso se domenica riusciremo a sollevare la Coppa dei vincitori ma in ogni caso avremo compiuto una grande impresa».

Grasso è stato facilitato nel suo lavoro anche da un particolare: «Si conoscono da tempo perché giocano assieme nel Progetto Montagna, dunque non ho avuto nessun problema a trovare intesa e unità d’intenti». Il pensiero di Antonio Grasso è già rivolto alla finale: «Potremmo entrare nella storia vincendo per la prima volta il titolo nei giovanissimi. Ancora non ci credo che siamo in finale».