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Compagni chiude a Barilli ma non è ostile a Vavassori

di Wainer Magnani
Compagni chiude a Barilli ma non è ostile a Vavassori

Calcio, il presidente vuole concludere entro sabato l’accordo con il partner e invita i soci di minoranza a rimanere per il rilancio della Reggiana

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REGGIO. Alessandro Barilli vuole chiudere la “partita” Vavassori prima di sabato quando in piazza Prampolini andrà in scena la “notte granata”. La motivazione? Probabilmente vuole essere pronto a presentare, se chiamato in causa dal sindaco Luca Vecchi, il suo progetto di rilancio della Reggiana. «Per completare il mio percorso – aveva rimarcato in conferenza stampa Barilli – devo consegnare la Reggiana in buone mani». Barilli è convinto che il passaggio decisivo sia l’ingresso in società di Pietro Vavassori, un imprenditore milanese che ha una filosofia romantica del calcio. Non è un caso se anche Stefano Compagni e Gianfranco Medici stanno riflettendo sulla loro posizione. I soci di minoranza, pur tenendo fede alla decisione di uscire dal consiglio, non hanno nessuna preclusione nei confronti di Vavassori, anzi. Si sono informati ricevendo opinioni positive sotto tutti i punti di vista: imprenditoriali e sportivi. Compagni non chiude la porta in faccia a un imprenditore che vuole fare calcio a Reggio e opera per rilanciare le sorti della Reggiana. Avrebbero preferito puntare su imprenditori locali, attingendo da sponsor del territorio ma il socio granata sa benissimo che il suo progetto di rilancio della società può trovare uno sbocco anche con l’avvento di un industriale “straniero” purchè vi siano determinati presupposti. Uno di questi fa riferimento al fatto che Barilli, come promesso, deve ritagliarsi un ruolo diverso da quello svolto in questi tre anni, caso mai accompagnato da un alleggerimento del suo pacchetto azionario. Possibile? Perché no. Barilli aveva promesso ai soci Medici e Compagni di cedere un altro 8% di azioni che abbinato all’8% del Banco Emiliano porterebbe la Mectiles a una quota del 24%. Pietro Vavassori potrebbe acquisire il 30% e a Barilli rimarrebbe il 36%. Il che significherebbe che nessuno è egemone ma ogni decisione dovrebbe essere condivisa. Per il momento questo è un progetto virtuale anche se Barilli l’ha rimarcato anche lunedì nel doppio incontro che ha avuto con Medici e Compagni. Questa mossa potrebbe essere anche la soluzione per una “pacificazione” con i tifosi e anche per presentarsi all’eventuale tavolo con il sindaco Vecchi nelle condizioni di essere credibili.

Sarà anche per questo motivo che Barilli vuole stringere i tempi con Pietro Vavassori. Il presidente ha rimarcato di non aver visto Vavassori a Borzano ma «sono arrivato a partita finita e ho preso un gelato al cioccolato in compagni di Menozzi». Nessuno mette in discussione la sua parola ma è una mezza verità, perché domenica Barilli ha avuto un incontro con Vavassori, se non in occasione della partita degli esordienti a Borzano, in un’altra località. E a breve ne avrà un altro proprio per arrivare a sabato potendo spendere questo “asso di briscola per fare scopa”.