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Di Matteo, dalla Reggiana al Mantova

Di Matteo, dalla Reggiana al Mantova

L’imprenditore di Imola voleva il 40% della società ma Barilli non l’ha ascoltato

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REGGIO. Bisognerà aspettare l’assemblea dei soci in programma lunedì 26 maggio per capire quali saranno le mosse dell’azionista di maggioranza Alessandro Barilli. Le dimissioni dal Cda di Stefano Compagni e Gianfranco Medici costringeranno il presidente a un rimpasto, si tratterà di vedere quali saranno le novità, se ad esempio, Ivano Vacondio accetterà l’incarico di consigliere e successivamente di vice presidente con delega come responsabile tecnico. Lo stesso ragionamento vale per Sisto Fontanili che dovrebbe assumere la presidenza se realmente Alessandro Barilli si ritaglierà un ruolo solo da amministratore. Poi sono attesi anche altri ingressi in un consiglio nuovo e che sia rappresentativo del tessuto sociale reggiano in stile con Iniziativa Tricolore.

Sarà questo il primo passaggio fondamentale per capire quale sarà il futuro della Reggiana. Il nuovo Cda granata sarà chiamato a indicare le linee guida per la prossima stagione a iniziare dal budget a disposizione. Nei giorni scorsi Barilli aveva parlato di un futuro costo di gestione da limitare attorno ai 3 o al massimo 3,2 milioni di euro. Un budget che inizialmente può essere considerato per un campionato da salvezza, poi dipenderà dalla bravura dei tecnici (diesse e allenatore) riuscire ad assemblare una squadra in grado di andare oltre le previsioni, sganciandosi dal rapporto risorse finanziarie-risultati sportivi.

Pietro Vavassori. Il possibile arrivo dell’imprenditore milanese è la variabile che può fare la differenza. Barilli crede che Vavassori sia l’uomo giusto cui affidare in futuro le sorti della Reggiana anche se nell’immediato ipotizza un ingresso graduale. Al momento ci sono voci contrastanti sulla disponibilità di Vavassori ad acquisire una quota della Reggiana. E’ vero che prima deve disfarsi della Pro Patria ma c’è chi rimarca che l’imprenditore milanese sia corteggiato anche da Pavia e Como. Nelle prossime settimane se ne saprà di più.

Una cordata svanita. In mezzo a tanto marasma c’è da rimarcare anche una trattativa mancata che fa riferimento all’imprenditore imolese ma napoletano di nascita Nicola Di Matteo. Un appassionato di calcio (è stato presidente dell’Imola) che voleva acquistare il 40% delle azioni della Reggiana versando 400mila euro ma chiedeva di essere rappresentato dal ds Alfio Pelliccioni. Nicola Di Matteo voleva anche portare in granata Marcello Savino quale responsabile del settore giovanile. Più volte Di Matteo e Pelliccioni hanno seguito la Reggiana (contro Venezia e Savona) così come Pelliccioni ha avuto modo di parlare con Barlli e anche con Compagni. Non avendo ricevuto risposte concrete, alla fine Nicola Di Matteo ha deciso di andare a Mantova, anche perché nel frattempo il diesse Pelliccioni era stato richiamato e confermato per i prossimi tre anni. Una trattativa caduta nel vuoto probabilmente perché Barilli non accettava interferenze nella gestione tecnica mentre Compagni aveva in testa solo partner reggiani.

I tifosi e il sindaco. L’altro appuntamento decisivo sarà il 31 maggio quando ci sarà la “notte granata” e si conteranno le firme. Sarà anche l’occasione per consegnare al futuro sindaco (se sarà eletto) la petizione che avrà un unico scopo: rafforzare la compagine societaria granata, ovviamente mettendo in discussione l’attuale proprietà. (w.m.)

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