«Bello l’ultimo Gp ed è ciò che conta»
L’ex progettista: «Ma la Mercedes non ucciderà il Mondiale»
DALLA PRIMA DELL’INSERTO
Con Mauro Forghieri parliamo sempre molto volentieri. Lui, in Formula 1 e alla Ferrari, è stato davvero un grande. Promosso al ruolo di direttore tecnico del Reparto corse del Cavallino nel 1970, Forghieri, che oggi ha 79 anni, ha progettato le fortunate vetture serie 312, azionate da un propulsore a 12 cilindri e la serie 126 (con motore turbo).
Sotto la sua guida, la Ferrari ha vinto il campionato del mondo piloti quattro volte con John Surtees (1964), Niki Lauda (1975 e 1977) e Jody Scheckter (1979) e ben sette titoli mondiali costruttori. La sua esperienza con la casa di Maranello si è chiusa nel 1987.
Ingegner Forghieri, le piace questa Formula 1?
«Il giudizio non deve essere influenzato dal rumore o da altri fattori secondari. L’importante, secondo me, è che le gare siano belle e appassionanti. E l’ultima a cui abbiamo assistito è stata indubbiamente la più bella gara degli ultimi dieci anni. I piloti stanno imparando a confrontarsi coi nuovi motori e con la nuova elettronica. Saper gestire una coppia così enorme non è assolutamente facile».
Ci sarà, comunque, qualcosa che non la convince.
«Se devo fare una critica bonaria la faccio in riferimento al controllo elettronico del consumo, che alla fine finisce con il condizionare pesantemente la guida del pilota e le potenzialità di quest’ultimo. Per quale motivo, un pilota non può autonomamente decidere di spingere a tutta, se ne ha la possibilità, per l’80 per cento della gara e poi rallentare e gestire per il resto 20 per cento? Inoltre, continuo a nutrire delle perplessità sui sistemi di misurazione del consumo di benzina e sulla relativa curva di taratura Le benzine, infatti, non sono tutte uguali e nei primi giri sono più fredde rispetto agli ultimi giri, quando si fanno molto calde».
Monta sempre di più la polemica sul rumore prodotto dai nuovi propulsori. In tanti lo giudicano non sufficientemente attraente per delle gare di Formula 1. Ne è convinto anche lei?
«Questa polemica la ritengo un falso problema. Ricordiamoci della Ferrari ai tempi di Gilles Villeneuve. Il motore era turbo e il rumore era quello, il rumore dei turbo. Non è certamente il rombo di un motore a fare una gara di Formula 1»
Lei pensa che il Mondiale si trasformerà, come molti pensano, in un monopolio targato Mercedes?
«Finora la casa tedesca ha goduto di una maggiore capacità di adeguarsi al nuovo regolamento e ha bene approfittato dei Gran premi lontani dall’Europa. Non penso che la Mercedes “ucciderà” il Mondiale di Formula 1. Ci vuole un po’ di pazienza in più, tutti gli altri stanno cercando di porre dei rimedi, compresa la Ferrari».
A proposito di Ferrari, ci dia un giudizio sulla rivoluzione degli ultimi giorni e sull’addio di Domenicali al Cavallino. Senza di lui la Rossa migliorerà?
«Purtroppo, la Ferrari non ha ancora digerito le novità regolamentari. Domenicali non aveva responsabilità dirette in tutto quello che è successo. Però lui era il capo e il capo ha pagato per tutti».
Cristiano Marcacci
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