È qui, e ora, il nostro 25 Aprile nella responsabilità di ciascuno di noi cittadini
Albertina Soliani presidente dell’Istituto Cervi: «Aprire una nuova via all’umanità, riorientare il mondo, cambiare la scena della storia di oggi: questa la nostra resistenza. Il dolore per la scomparsa di Papa Francesco conferma il nostro impegno»
80 anni fa era la Liberazione. Il cambiamento della storia, in Europa e nel mondo. Il cambiamento della nostra vita. Un cambiamento totale. Si ripartiva dalle macerie, materiali e morali. Si ripartiva da un sogno pieno di vita, di fiducia, di luce. 80 anni sono tanti nella vita di una persona, sono un soffio nella storia. Era ieri. In quel 25 aprile c’era tutto il sogno del domani: la pace, la democrazia, la Repubblica, la Costituzione, l’Unione Europea, il progresso sociale e civile del nostro Paese, e cioè il lavoro, la scuola, la salute, la cultura, il diritto, il rispetto per la dignità di ciascuno. Trent’anni dopo, la prima donna Ministra della Repubblica, Tina Anselmi, realizzerà il Servizio Sanitario Nazionale, presidio di uguaglianza. Era stata staffetta partigiana.
Non sono mancati, per tutti questi decenni, attacchi violenti e occulti, strategia della tensione, stragi fasciste, il terrorismo delle Brigate Rosse, ma il popolo italiano ha retto l’urto, ha affrontato crisi economiche e incertezze politiche. Abbiamo conquistato diritti, specialmente le donne, con le lotte sociali, abbiamo avuto decenni di pace. C’era, in quel 25 aprile, tutto il domani che si sognava. C’era l’educazione dei bambini, quella visione di Reggio Children che Carla Rinaldi ha portato in tutto il mondo. Oggi, 80 anni dopo, è come se sentissimo il tramonto di quel ciclo storico nato nel 1945. Le democrazie sono sotto attacco, il diritto internazionale è travolto, nelle mani di pochi, non i migliori, sono concentrati il potere politico, economico, degli armamenti, della tecnologia, della comunicazione. I conflitti esplodono in ogni continente, attaccano le popolazioni civili, le disuguaglianze aumentano, la violazione dei diritti umani universali è davanti agli occhi di tutti, la terra e il clima sono sconvolti.
Come non capire che è di nuovo tempo di Liberazione? Che è di nuovo il tempo della Resistenza? Quel sogno è oggi nelle nostre mani. Il Comitato di Liberazione Nazionale disse in quelle settimane: “L’insurrezione non è un compito di domani, è il compito di tutti i giorni”. Oggi diciamo a noi stessi la stessa cosa: la democrazia è un compito di tutti i giorni per ciascuno di noi. Viviamo giorni potenti, che illuminano la notte che stiamo attraversando. “La notte va riconosciuta per notte”, ci dirà Giuseppe Dossetti nel 1994 uscendo, dal silenzio di Monteveglio. Viviamo giorni di luce, tra la Pasqua e il 25 aprile, tra la Risurrezione e la Liberazione. In fondo, la stessa cosa. Annunciano una vita nuova. È la sfida di sempre, quel “prodigioso duello”, come recita la Sequenza pasquale, tra la vita e la morte, il bene e il male, la luce e le tenebre che attraversa la vita, le generazioni, la storia. Che unisce passato e futuro, memoria e visione, e che si decide di nuovo ora, nel presente, nei nostri giorni. Quel duello si chiama Resistenza. Un grande segno dei tempi. È qui, e ora, il nostro 25 aprile, nella responsabilità di ciascuno di noi. È in questa luce che ci ha lasciato Papa Francesco. Se n’è andato, come ha detto nel suo messaggio di Pasqua, alla città e al mondo, “nello stupore della fede pasquale, portando nel cuore ogni attesa di pace e di liberazione”. Quell’attesa di pace e di liberazione oggi continua con noi, incessante.
Per questo saremo in tanti a Casa Cervi il 25 aprile. Aprire una nuova via all’umanità, riorientare il mondo, cambiare la scena della storia di oggi: questa la nostra resistenza, questo il nostro 25 aprile. Lo stesso antifascismo globale di ieri, dalla Normandia a Stalingrado, dalla Linea Gotica alle Midway, è oggi richiesto alla nostra coscienza. Chi difenderà oggi l’umanità dalla disumanità, le democrazie dalle oligarchie, il futuro delle nuove generazione dagli interessi dei più forti? Memoria e visione, responsabilità collettiva: ecco il segno di questo ottantesimo 25 aprile. Il dolore per la scomparsa di Papa Francesco conferma il nostro impegno, cementa, con la sua eredità, la sua legacy, la nostra scelta per vivere nel nuovo secolo nell’unico modo possibile, da “fratelli tutti”. 80 anni dopo, il 25 aprile è oggi. La Liberazione inizia un nuovo ciclo nella storia. *presidente Istituto Cervi © RIPRODUZIONE RISERVATA