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L’intervista

La brescellese Sara Setti debutta al cinema con Matilda De Angelis

La brescellese Sara Setti debutta al cinema con Matilda De Angelis

E’ tra i protagonisti di “La vita da grandi”, il film sull’autismo presentato al Bif&st. «Ho respirato sin da piccola le atmosfere di Don Camillo e Peppone»

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Brescello C’è una giovane brescellese tra gli interpreti del film “La vita da grandi” diretto da Greta Scarano e presentato in anteprima nel corso del Bari International Film Festival. La 30enne Sara Setti ha infatti ottenuto la sua prima parte in questa pellicola, ispirata alla vera storia dei fratelli Tercon raccontata nel libro “Mia sorella mi rompe le balle. Una storia di autismo normale” di Damiano e Margherita Tercon, edito da Mondadori. Prodotto da Matteo Rovere, “La Vita da Grandi” è una produzione Groenlandia, Halong, con Rai Cinema in collaborazione con Netflix con il sostegno della Regione Emilia-Romagna attraverso Emilia-Romagna Film Commission e il supporto del Comune di Rimini, principale location del film. Distribuito dal 3 aprile, giorno seguente alla Giornata mondiale per la consapevolezza sull'autismo, il film racconta di Irene, che vive la sua vita a Roma, e spezza il suo quotidiano quando la madre le chiede di tornare per qualche giorno a Rimini, la città dove è nata e dalla quale è fuggita, per prendersi cura del fratello autistico, Omar.

Sara, com’è arrivata ad ottenere la sua prima parte cinematografica?

«È stata la mia agente, Silvia Ferrarese, a inviarmi un provino da sostenere, che prevedeva la realizzazione di un video con alcune battute. È una prassi piuttosto comune, attraverso la quale i casting director valutano le varie opzioni e le persone più adatte. Nel mio caso ho svolto il provino un paio di mesi prima e, non essendo la parte di Sara ancora completa, ho recitato alcune battute della protagonista. Ho ricevuto il “sì” poco prima del Natale 2023, a patto di tingere i miei capelli di nero. A gennaio 2024 ho poi girato quattro giorni sul set a Rimini, con un grande freddo in termini di temperatura esterna ma tanto calore: si respirava una splendida atmosfera e una sinergia molto positiva».

Qual è il percorso che l’ha portata a diventare un’attrice?

«Mi sono diplomata al liceo Romagnosi di Parma e dopo l’università mi sono iscritta all’Accademia “Nico Pepe” di Udine, un’esperienza molto intensa e assolutamente formativa, in grado di trasmettere una grande consapevolezza del lavoro dell’attrice e dell’importanza dell’utilizzo del corpo. Poi numerosi laboratori, workshop e masterclass per affinare le mie competenze, oltre naturalmente a tanto teatro». Qual è il ruolo del suo personaggio nel film? «Sara Ravaglioli gestisce e lavora in un bar-gelateria e il protagonista autistico, Omar, si invaghisce di lei. Poi Omar incontra Sara una sera in un locale e la invita al suo tavolo, scoprono di avere alcune cose in comune, tra cui una canzone. Il feeling tra i due, però, non prosegue».

Quali sono state le sensazioni del suo debutto sul grande schermo?

«Un debutto che mi ha assolutamente soddisfatto, è stata un’esperienza divertente e positiva. Sono felice che il film sia stato questo perché affronta un tema complesso come l’autismo in modo ironico e spigliato, sa far ridere e non utilizza retorica, e approfondisce anche il rapporto fratello-sorella».

Gli altri attori del cast?

«Ho interagito con il protagonista Yuri Tuci, con gli altri (tra cui Matilda De Angelis, Maria Amelia Monti e Paolo Hendel, ndr) ho avuto modo di condividere alcuni momenti e poi ci siamo ritrovati tutti alla prima a Bari».

Venendo da Brescello, c’è da dire che il cinema probabilmente era nel suo destino...

«Ho respirato sin da piccola le atmosfere di Don Camillo e Peppone, ho anche fatto l’accompagnatrice turistica ma non ho mai pensato a questo aspetto, anche perché vivo lontano da casa da anni, ho vissuto a Bologna e Udine e adesso a Roma. Ma mi piace tantissimo quando il film passa in tv e dico a chi è con me che Brescello è il paese in cui sono cresciuta». © RIPRODUZIONE RISERVATA