Beeadapt, 70 ettari protetti per salvare api, bombi e farfalle nell’Appennino reggiano
Il progetto prevede la posa di 160 nidi artificiali in legno per gli insetti impollinatori e la stipula di “patti di custodia” tra Parco e aziende agricole
Castelnovo Monti Sessantaquattro aziende agricole coinvolte e quasi 70 ettari di superficie gestiti con misure di conservazione per proteggere gli insetti impollinatori nell’Appennino reggiano. È uno degli effetti concreti del progetto Life Beeadapt, coordinato dal Parco nazionale dell’Appennino Tosco-Emiliano, avviato nel 2022 e cofinanziato dall’Unione Europea, che punta a contrastare il declino degli impollinatori selvatici sperimentando strategie di adattamento ai cambiamenti climatici. Gli impollinatori selvatici sono in grande sofferenza, e questo può avere un impatto significativo anche sulla filiera agroalimentare che conosciamo: dai prati polifiti per il Parmigiano Reggiano alle produzioni frutticole della nostra regione, fino al cioccolato in altri continenti.
Il progetto promuove azioni concrete sul territorio: tra queste, la posa di 160 nidi artificiali in legno e la stipula di “patti di custodia” tra Parco e aziende agricole. Accordi che prevedono pratiche come la semina di piante utili agli impollinatori, lo sfalcio ritardato e l’installazione di “bee hotel”, con indennizzi commisurati al valore del servizio ecosistemico fornito. «Stiamo lavorando affinché la tutela degli impollinatori entri nelle scelte quotidiane delle aziende agricole – spiega l’entomologa Margherita Coviello –. Abbiamo anche proposto ai Comuni della Riserva della Biosfera la sottoscrizione del Patto per l’adattamento degli impollinatori, e i primi enti lo hanno già approvato. L’obiettivo è che un giorno la tutela dell’impollinazione venga riconosciuta e retribuita anche dalle imprese, come azione di responsabilità sociale e sostenibilità ambientale». Il problema, secondo Giovanni Carotti, entomologo del Parco, è urgente: «Il cambiamento climatico, l’inquinamento, il consumo di suolo, i pesticidi e l’introduzione di specie aliene stanno mettendo a rischio gli insetti impollinatori, fondamentali per la riproduzione delle piante. Poche specie vegetali si autoimpollinano: l’agricoltura e la biodiversità globale dipendono in larga misura da questi insetti». Anche la filiera agroalimentare locale ne risente. «Nel caso del Parmigiano Reggiano – spiega Carotti – il 70% delle essenze vegetali dei prati polifiti dipende dagli impollinatori. Se questi scompaiono, a rischio è anche il sistema produttivo legato al foraggio per le bovine da latte». Il progetto Life Beeadapt, dunque, pone al centro la relazione tra impollinazione e sicurezza alimentare, ribadendo l’importanza di tutelare la biodiversità non solo per motivi ambientali, ma anche economici e sociali. l © RIPRODUZIONE RISERVATA