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Spese veterinarie e farmaci per animali: cosa si può detrarre nella dichiarazione dei redditi

Olga Pattacini
Spese veterinarie e farmaci per animali: cosa si può detrarre nella dichiarazione dei redditi

«Ma non possiamo scaricare le spese sostenute per la cremazione o per l’acquisto di un cane o di un gatto»

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Oggi parliamo di una cosa poco romantica, ma molto pratica, cioè di dichiarazione dei redditi e scarico fiscale delle spese veterinarie e dei farmaci acquistati per i nostri animali da compagnia. Anche quest’anno la detrazione è pari al 19% su un importo massimo di spesa di 550 euro in totale, indipendentemente da quanti pelosi vivono con noi, con una franchigia, però, di 129,11 euro, per cui la detrazione massima arriva a 80 euro. Cosa possiamo detrarre? Tutte le prestazioni rese dal veterinario, dalle vaccinazioni agli interventi, agli esami di laboratorio, purché siano tracciabili cioè con fattura e pagamento tracciabile, non in contante. Possiamo scaricare anche le spese dei farmaci, con o senza l’obbligo di ricetta, e anche in questo caso è importante conservare lo scontrino fiscale (cioè quello che riporta il codice fiscale del contribuente). Purtroppo – questo lo aggiungo io- il beneficio fiscale è calcolato sul totale, cioè sulla somma di tutto ciò che abbiamo speso tra veterinari e farmaci e chiunque possegga un animale, anche uno solo, sa benissimo a che cifre si possa facilmente arrivare, anche con un pet fondamentalmente in buona salute, tra farmaci, trattamenti antiparassitari e vaccinazione annuale. Le spese che sosteniamo per l’alimentazione o gli integratori, invece, sono tutte nostre, anche se dobbiamo acquistare mangimi speciali, scatolette dietetiche o integratori prescritti dal veterinario. Allo stesso modo, non possiamo scaricare le spese sostenute per la cremazione o per l’acquisto di un cane o di un gatto o di quelli che ora si chiamano “animali non convenzionali” e neppure quelle relative alla pensione quando andiamo in ferie, al loro “corredo” (cucce o cuscini, guinzaglieria, cappottini vari) o le spese per l’educatore o istruttore cinofilo, anche se è stato prescritto un percorso educativo o riabilitativo dal veterinario o dall’Ausl.  © RIPRODUZIONE RISERVATA