Gazzetta di Reggio

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Sindrome del burnout, «anche gli studenti devono conoscerla per prevenirla nel loro futuro lavorativo»

Hajar Essahly*
Sindrome del burnout, «anche gli studenti devono conoscerla per prevenirla nel loro futuro lavorativo»

Personalmente non sapevo molto di questo argomento fino a quando ho avuto l'opportunità di approfondire l’argomento durante le lezioni di psicologia a scuola

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La “sindrome da burnout” è un tema di cui si parla assai poco ma che è sempre più importante, perché si manifestano sempre con maggiore frequenza casi che colpiscono un maggior numero di lavoratori di settori diversi.

Si tratta di una condizione difficile da riconoscere, e questo potrebbe essere uno dei motivi per cui non se ne discute molto, tuttavia è fondamentale parlarne per aumentare la consapevolezza di come questo disturbo correlato al lavoro possa influenzare lo stato psichico e le relazioni sociali, sia in ambito lavorativo che familiare.

Personalmente non sapevo molto su questa sindrome fino a quando ho avuto l'opportunità di approfondire l’argomento durante le lezioni di psicologia a scuola; dal punto di vista di uno studente questo tema può sembrare sconosciuto e lontano, ma non si tratta di un problema da considerare del tutto alieno al contesto scolastico. Infatti possiamo trovarci a contatto con persone che soffrono di questa sindrome o possiamo essere noi in primis a essere coinvolti. Essere studente significa anche prepararsi per il futuro e per il mondo del lavoro e a interagire con le problematiche ad esso correlate. Il burnout si manifesta spesso quando ci si sente sopraffatti da stress costante, sia in ambito professionale o per altre responsabilità quotidiane. Il soggetto può iniziare a sentirsi esausto perdendo la motivazione e l’energia per affrontare le sfide che incontra, questo stato può portare a una percezione negativa del proprio lavoro e delle proprie capacità, causando un distacco dai colleghi e dalle mansioni da svolgere. Trascurandolo, in più il burnout può causare una perdita di autostima perché quando ci sentiamo sopraffatti e incapaci di gestire le nostre responsabilità, possiamo iniziare a dubitare delle nostre abilità e del nostro valore.

Fra le cause di bornout può esserci un sovraccarico di lavoro; molto spesso ciò è dovuto alla difficoltà di separare il lavoro dalla vita privata, soprattutto oggi, laddove la tecnologia permette (e talora costringe) a essere sempre connessi; viviamo in un mondo in cui è diventato più difficile “staccare la spina”, in cui molte persone si trovano a controllare email e messaggi di lavoro anche durante il tempo libero. Questo porta a una sovrapposizione tra il lavoro e la vita privata provocando una sensazione di pressione e stress e non prendersi tempo per sé stessi.

È importante per chi svolge mestieri di aiuto come assistenti sociali e sanitari mantenere un certo distacco, non bisogna lasciarsi coinvolgere troppo dalle situazioni degli utenti, per evitare di portare il peso delle loro difficoltà nella propria vita personale.

Spesso è difficile riconoscere di essere affetti da burnout; le persone possono confondere i sintomi del burnout con la semplice stanchezza o il normale stress e, a causa della pressione sociale, a minimizzare i nostri sentimenti, continuando a lavorare nonostante il malessere con un peggioramento della situazione.

Ai telegiornali vediamo situazioni brutali ed episodi di violenza che gli operatori affliggono agli utenti, dietro a questi atteggiamenti ci sono fattori legati allo stress, all’affaticamento, all’esaurimento emotivo; in queste situazioni è importante prevenire questi problemi prima che si manifestino in forme di aggressioni.

In Italia sarebbe utile avere più figure di supervisori esperti sui luoghi di lavoro che possano individuare facilmente il problema; un supervisore attento può notare i segnali di stress e intervenire prima che la situazione diventi critica. Bisogna stabilire confini chiari tra il lavoro e la vita privata per mantenere un equilibrio sano nel mondo del lavoro.l

*Studentessa dell’istituto Galvani-Iodi