Maltrattamenti e violenza privata: condannato consigliere comunale di Bibbiano
Luca Antonio Bizzocchi, del gruppo di centrodestra, dovrà risarcire la donna con 4mila euro
Canossa È stato condannato a due anni e due mesi, per i reati di maltrattamenti in famiglia e violenza privata, il 36enne Luca Antonio Bizzocchi, consigliere comunale del gruppo Centrodestra Bibbiano. Il consigliere, da quanto si apprende, per ora non valuta le dimissioni. Il giudice Francesca Piergallini ha riconosciuto in pieno il quadro accusatorio, accogliendo la richiesta di condanna del pm (che aveva proposto 2 anni e 4 mesi), limando solo per la concessione delle attenuanti generiche dovute all’assenza di precedenti penali. A favore della donna – presente in aula e costituitasi parte civile tramite l’avvocato Nino Ruffini – è stata stabilita una provvisionale immediatamente esecutiva di 4mila euro più 3mila euro di spese processuali. La vicenda risale al 3 novembre 2020 e si è svolta a Canossa, in casa di lei, dove è scoppiato un furibondo diverbio.
Non era il primo, secondo la versione della donna, che ha parlato di offese e improperi quasi quotidiani; da qui l’accusa di maltrattamenti, contestata dalla difesa poiché avvenuta fuori dal contesto familiare. Quel giorno Bizzocchi è stato colto da un accesso d’ira: avrebbe prima gettato a terra il frigorifero (che aveva acquistato lui), lanciando i surgelati, poi avrebbe bruciato alcuni vestiti gettandoli nel fuoco del caminetto, le ha tolto il cellulare per impedirle di chiedere aiuto e forato gli pneumatici della macchina con un coltello da cucina. Infine, con la violenza, l’ha chiusa in bagno; la donna è poi riuscita a scappare dalla finestra. Nella precedente udienza c’erano state le conclusioni: gli avvocati codifensori di fiducia dell’imputato, Gianluca Vinci e Daniele Erbanni, avevano sostenuto che si era trattato di un episodio isolato, senza violenza sulla persona, e hanno sostenuto l’assoluzione. È andata diversamente. Non nasconde «la delusione» la difesa, che attende le motivazioni per presentare appello e ribadire in secondo grado le proprie ragioni. «La mia assistita si compiace del risultato – dichiara l’avvocato Ruffini – sono state accolte tutte le richieste di condanna, anche risarcitorie. Il caso era significativo alla luce dell’emblematicità delle condotte: la vicenda pare strettamente collegata ai gravi casi della cronaca nazionale». l © RIPRODUZIONE RISERVATA