«Io a lezione con Gin di due mesi mi sono laureata con 110 e lode»
Francesca Palma: «Sui social racconto la mia esperienza per normalizzarla»
Reggio Emilia Lo zaino da portare nelle aule del Campus San Lazzaro di Reggio Emilia diviso tra il pc, i fogli con gli appunti, i pannolini e il cous cous («non tra i pasti più comodi per una neonata», ammette) per lo svezzamento di Gin. Perché a lezione con Francesca Palma, modenese classe 1993, c’era anche la sua bimba, Ginevra, nata a settembre 2023 all’inizio del secondo anno di magistrale. «Già a due mesi la allattavo seduta all’ultimo banco» racconta la neo dottoressa in Scienze Infermieristiche ed ostetriche all’Università di Modena e Reggio Emilia, che solo qualche settimana fa ha concluso il suo percorso universitario con niente poco di meno di un 110 con la menzione speciale della lode. Per lei quella conseguita a dicembre 2024 è la seconda laurea, arrivata quasi dieci anni dopo la triennale in ostetricia (2015) e un master (2017) in coordinamento. Sulla sua pagina Instagram (@lostetrica_francesca), Palma da oltre un anno condivide la sua esperienza di maternità, compresa la scelta di proseguire gli studi universitari con una neonata, non per autoeleggersi “eroina” quanto per normalizzare la condizione di mamma studentessa. Per dire ad altre ragazze e donne che frequentare l’università in questa condizione che è sì difficile («maternità e università emotivamente sono un mix bomba») ma possibile. Certo, tiene a sottolineare la 31enne, «va benissimo anche decidere di portare avanti una cosa e poi l’altra, ciascuna sa per sé stessa».
«Posso però dire che quando ho pubblicato il post in cui spiegavo come preparare la borsa per andare in università con Ginevra – ricorda – molte mamme mi hanno ringraziata e chiesto consigli perché stavano pensando di abbandonare il loro percorso di studi. Io ci ho messo sei anni per riuscire ad essere ammessa alla magistrale e quando all’inizio del primo anno ho scoperto di essere rimasta incinta ho avuto paura di doverci rinunciare. La scelta che ho fatto io ha delle complessità e il percorso è stato faticoso, non lo nascondo, ma oggi posso dire che sono felice di non avere messo in pausa l’università. E ringrazio la mia famiglia per avermi supportata». Palma, che dal 2018 ha fatto esperienza in diversi ospedali come ostetrica e attualmente lavora per l’Ausl al consultorio di Modena, spiega che la sua gravidanza è stata senza complicazioni («quindi sono riuscita a frequentare e dare esami senza problemi») ma che il nodo vero era legato alla nascita della bimba («come avrei fatto con la frequenza obbligatoria?»). «Quando ho deciso di provare ad andare avanti con gli studi – ripercorre – ho comunicato subito alla presidentessa del corso che avrei voluto portare Ginevra a lezione e ho scritto personalmente a tutti i professori per informarli, premettendo che se la piccola a lezione avesse pianto o dato fastidio l’avrei gestita nel rispetto di tutti. E così è stato: quando aveva bisogno di uscire dall’aula, andavamo a fare delle passeggiate nel Campus. Per il resto, a volte stava in braccio a qualche compagna di corso, in altri momenti giocava. A lezione devo dire che è stata accettata benissimo da tutti e, personalmente, sapevo che lei era in sicurezza: stava con me e aveva stimolazioni positive che a casa non avrebbe avuto, insomma sentivo di dare anche a Gin qualcosa in più». Durante la sua magistrale, altre laureande in corso con lei, come ci racconta, sono rimaste incinte. E «l’ultimo semestre, quando Ginevra in aula era ormai una veterana, in aula con noi c’era anche un altro piccolino». l © RIPRODUZIONE RISERVATA