Il cuore di Paradisi e gli altri tesori custoditi dal Museo del Tricolore
La curatrice Pelliciari: «Tante le nostre attività per gli studenti»
Qual è la storia del Museo del Tricolore? Come nasce questo luogo e quali sono stati i passaggi fondamentali che lo hanno portato a diventare un punto di riferimento per la nostra nazione? Abbiamo avuto la fortuna di incontrare Chiara Pelliciari, curatrice del Museo del Tricolore, che ci ha guidati nel racconto delle origini di questo spazio, alla sua prima inaugurazione nel 2004, con una seconda apertura nel 2006. Ma il percorso che ha dato vita al museo è ancora più antico, risalente alla fine dell’Ottocento, quando i Musei Civici di Reggio Emilia iniziarono a raccogliere preziosi reperti legati alla storia della città di Reggio. Fu Don Gaetano Chierici, fondatore dei Musei Civici, ad ottenere donazioni da famiglie illustri.
Può spiegarci meglio da dove provengono gli oggetti che arricchiscono il Museo del Tricolore? Qual è la loro origine e quale ruolo hanno avuto le famiglie?
«Le donazioni provengono principalmente da famiglie illustri, tra cui quella Paradisi o Veneri che, nel corso del tempo, hanno preservato oggetti di grande valore storico legati alla città di Reggio Emilia e alla bandiera italiana.
Si tratta spesso di materiali tramandati di generazione in generazione, che custodiscono memorie significative: documenti, abiti, spade, spadini e altri cimeli simbolici che raccontano eventi cruciali e personaggi chiave del passato. Questi cimeli, ancora oggi conservati con cura al museo, non solo testimoniano la storia locale, ma creano anche un ponte con le vicende nazionali, arricchendo il percorso espositivo con un valore culturale unico e profondo».
Tra i tanti oggetti che il museo custodisce quali sono secondo lei le collezioni o i reperti più significativi che testimoniano la storia del Tricolore e della città di Reggio Emilia?
«Il museo di per sé non presenta una divisione in collezioni vere e proprie, ma piuttosto un insieme di oggetti che raccontano la storia del Tricolore e della città. Opere d'arte, abiti e altri reperti, come spade e documenti, che aiutano a ricostruire il contesto storico. Ad esempio, raccontano come Reggio Emilia abbia contribuito agli eventi risorgimentali e come la bandiera abbia subito trasformazioni nel tempo. Tra gli oggetti più significativi e simbolici, a mio avviso, vi è l’urna in marmo contenente il cuore di Giovanni Paradisi, un poeta e politico reggiano legato alla Repubblica Cispadana. Paradisi fu anche senatore del Regno d’Italia e donò il suo cuore – non metaforicamente – alla città di Reggio e questo rappresenta un forte legame con la sua terra. Tra i più apprezzati dai giovani c’è invece la collezione “90 artisti per una bandiera”. Si tratta di una raccolta che nacque da un’installazione a cielo aperto lungo la via Emilia, realizzata nel 2011 in occasione dei 150 anni dell’Unità d’Italia, trasformata poi da artisti contemporanei – invitati dall’associazione CuraRE Onlus, presieduta da Deanna Ferretti Veroni – in opere d’arte».
Può sintetizzarci la storia della nascita della bandiera italiana e quali furono gli eventi che portarono alla sua creazione?
«La bandiera italiana nacque il 7 gennaio 1797 nella Sala del Tricolore, un luogo che conserva intatto il suo fascino storico. Tutto iniziò quando Reggio Emilia, ribellandosi al ducato degli Este, si proclamò Repubblica. In seguito, insieme a Modena, Ferrara e Bologna, diede vita alla Repubblica Cispadana. Durante il congresso tenutosi a Reggio, Giuseppe Compagnoni, rappresentante di Ferrara, propose l'adozione di un vessillo comune: una bandiera verde, bianca e rossa. L'idea fu approvata dai 110 rappresentanti delle quattro città, e la Sala del Tricolore, così come la vediamo oggi, fu progettata per quell’occasione, diventando un simbolo di unità e libertà».
Quali sono gli eventi principali che il museo organizza durante l’anno? Anche per celebrare il Tricolore...
«L’evento principale è senza dubbio il 7 gennaio, giorno in cui si celebra la nascita del Tricolore, una ricorrenza particolarmente sentita dalla città e dal museo. In questa occasione speciale il museo si anima con un ricco programma di attività, che include visite guidate, laboratori dedicati ai bambini e iniziative pensate per coinvolgere tutta la comunità. È una giornata simbolica in cui il museo si apre ai cittadini e ai visitatori, trasformandosi in un luogo di festa e riflessione sulla storia italiana. Durante il resto dell’anno, il museo partecipa attivamente alle iniziative promosse dai Musei Civici di Reggio Emilia, arricchendo la propria offerta culturale con conferenze, laboratori tematici e percorsi guidati. Una particolare attenzione è rivolta alle scuole, dalle primarie alle secondarie, con attività laboratoriali che permettono agli studenti di esplorare la storia della città e approfondire temi contemporanei, come i diritti e i doveri civici. Attraverso progetti creativi, come disegni, fumetti e workshop, i giovani riescono a instaurare un dialogo tra passato e presente, scoprendo il significato attuale di valori e simboli storici».
*Studenti dell’istituto Nobili
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