La tradizione del Befanotto di Gazzano: ora anche le ragazze vorrebbero partecipare
Un rito antico recupero negli anni Sessanta: il corteo passa casa per casa e si cantano quartine composte per la famiglia
È ormai tutto pronto per quello che, a Gazzano di Villa Minozzo, è da tanti anni senza alcun dubbio l’evento dell’anno: la tradizione del Befanotto. Una usanza dalle radici antichissime, che però qui è stata recuperata verso la fine degli anni '60, come racconta Remo Secchi, animatore dell'evento e della frazione di Gazzano, presentando l’edizione di quest'anno: «Sapevamo di questa antica tradizione, ma noi l'abbiamo ripristinata nel 1969: ogni anno si gira di casa in casa per tutto il paese, portando dei piccoli regali alle bambine e ai bambini con meno di 10 anni, ma principalmente l’usanza del Befanotto nasce come un modo per i ragazzi giovani di corteggiare le ragazze, per cui in ogni casa si cantano delle quartine espressamente composte per quella famiglia». A guidare la processione è, appunto, il Befanotto: il compagno della Befana i cui interventi sono caratterizzati da un acceso sarcasmo, per dispensare filastrocche e stornelli ad ogni famiglia del paese.
«Tutti i personaggi, anche la Befana, da tradizione sono interpretati da uomini, proprio perché all’origine l’intento era il corteggiamento delle ragazze. Per realizzare tutti i componimenti iniziamo a lavorare giorni prima: fortunatamente abbiamo i giovani del paese che sono affezionati a questa manifestazione e ciascuno prepara i componimenti delle famiglie che conosce meglio, di amici o parenti. Poi la vigilia dell'Epifania, il 5 gennaio, si comincia a visitare casa per casa: normalmente a Gazzano siamo circa 150 residenti, ma per l’Epifania tornano tutti, parenti, amici di residenti. Insomma ogni anno abbiamo circa 350 quartine da andare in giro a recitare. Per fortuna quest’anno due ragazzi si sono resi disponibili per aggiungersi nel ruolo di chitarristi, perché alla fine è una giornata impegnativa». Infatti con 350 case da visitare ci sono anche aspetti enogastronomici da non sottovalutare: se il canto della quartina piace, befana, befanotto, musici e cantori che li accompagnano vengono invitati a prendere un “goccetto” in casa, per aiutare a continuare il cammino.
«Una volta veniva offerto o un caffè o un sassolino – prosegue Secchi – ma dagli anni '60 e '70 questa cosa si è evoluta, e oggi ogni famiglia prepara quasi un banchetto: non ci si può certo fermare in ogni casa quanto si vorrebbe, perché altrimenti non riusciremmo a concludere il giro: già così partiamo con il giro attorno alle 15 e finiamo verso l'una di notte. È una giornata che mette alla prova sia dal punto di vista fisico che digestivo, bisogna essere abbastanza temprati per reggerla fino alla fine». L'elemento che rende così amato questo evento è che la tradizione si rinnova sempre con i medesimi canoni, ma c'è negli ultimi anni la richiesta di un cambiamento che, se venisse “concesso” sarebbe sicuramente epocale: «Le ragazze del paese – conclude Remo Secchi – ci terrebbero molto a essere coinvolte anche loro nel componimento e nel canto delle quartine: sarebbe sicuramente una innovazione molto grande, ma anche gli stessi ragazzi gradirebbero questa modifica. Nei prossimi anni vedremo».© RIPRODUZIONE RISERVATA