Gazzetta di Reggio

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L’indagine

Scomparsi nel 1945: identificate quattro vittime del Cavòn

Serena Arbizzi
Scomparsi nel 1945: identificate quattro vittime del Cavòn

Lo rende noto la procura di Reggio Emilia: i resti di 18 vittime furono trovati nel 1991

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Reggio Emilia Giovanni Caviola, Luigi Rossi, Silvio Davoli e Aristide Ganassi.

Sono questi i nomi dei quattro nuovi identificati fra le 18 persone sepolte al Cavòn, a Campagnola (Reggio Emilia). Nomi ai quali sono arrivate le indagini della Procura della Repubblica di Reggio Emilia  sono arrivate all’identificazione di quattro delle vittime del Cavòn

I fatti risalgono a quasi 80 anni fa e affondano le proprie radici al periodo della Liberazione: un periodo ancora ben impresso nella memoria, non soltanto in quella dei più anziani. Alla fine di aprile del 1945, nei giorni successivi alla Liberazione scattarono vendette e rastrellamenti di partigiani in cui si susseguirono uccisioni di stampo politico.

I resti scheletrici sono stati ritrovati il 9 marzo 1991 e vennero ricondotti ad alcune delle persone scomparse alla fine di aprile 1945 e infossate proprio al Cavòn.

Dopo il ritrovamento venne aperto un fascicolo a carico di ignoti: emerse che i resti recuperati appartenevano a 18 persone, 15 delle quali con certezza di sesso maschile, tre di sesso non determinabile sulla base degli elementi ritrovati e un anello che, pur in assenza di altri elementi, lasciava ipotizzare l’occultamento del cadavere di una persona di sesso femminile.

Dall’analisi medico-legale svolta sui reperti scheletrici, condotta secondo le tecniche d’indagine disponibili all’epoca, insieme ad altri oggetti ed effetti personali ritrovati sul luogo dello scavo, fu possibile identificare ove persone in modo certo, da parte degli specialisti dell’Istituto di medicina legale di Modena. Tra questi nove venne identificato il padre di Ada Bizzarri, la quale, nelle scorse settimane, aveva lanciato un accorato appello, spiegando di avere svolto nel 2009 l’esame del Dna per il riconoscimento dei genitori, Carlo Antonio Bizzarri e Maria Bocedi, ma di non avere ricevuto più notizie.

Gli altri nove corpi non furono identificati. Nel 2009 i carabinieri di Campagnola depositarono al Ris di Parma 10 cassette contenenti resti scheletrici, riferiti ai nove non ancora identificati. Seguì lo svolgimento della caratterizzazione genetica: nel 1991 non fu possibile effettuarla, dal momento che non era nota. All’esito di questo accertamento vennero accertate altre tre compatibilità.

Le analisi genetiche in corso, effettuate dal Ris di Parma sui resti contenuti nella cassetta attribuita al padre dell’intervistata, non hanno rivelato alcuna compatibilità con quest’ultimo mentre hanno evidenziato due distinti profili genetici: uno identificato come ignoto, perché non è emerso alcun legame con i profili disponibili. Un secondo profilo è attribuibile con certezza a uno degli scomparsi dopo i rastrellamenti effettuati a Campagnola nel 1945 e mai identificato. Dell’identificazione dei quattro è stata data notizia a famigliari superstiti e al Ministero della giustizia che ha chiesto notizie dopo più interrogazioni alla Camera dei deputati.

«Sono lieto che le ricerche abbiano portato a qualcosa – afferma il sindaco di Campagnola, Alessandro Santachiara –. Da parte nostra, ribadiamo la massima disponibilità a fare tutto il possibile per alleviare il dolore di chi cerca un volto su cui piangere».  

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