Accusato di stupro al pigiama party su una 13enne, assolto 20enne
Il giovane era accusato di violenza sessuale sulla ragazzina che sarebbe stata ubriaca
Assolto perché il fatto non sussiste. Questo è l’esito del processo di primo grado, celebrato con rito abbreviato, per un ventenne accusato di aver violentato una tredicenne durante un pigiama party. I fatti risalgono al dicembre del 2021. L’imputato, assistito dall’avvocato Noris Bucchi, doveva rispondere dell’accusa di violenza sessuale aggravata, sia per l’età della ragazza, sia perché la vittima sarebbe stata ubriaca, trovandosi quindi in uno stato di minorità psichica. L’udienza di discussione si è svolta martedì mattina davanti al giudice Andrea Rat. In tribunale era presente l’imputato, che ha reso dichiarazioni spontanee nelle quali ha negato l’accaduto.
Il pubblico ministero ha chiesto quattro anni di carcere, mentre la parte civile, rappresentata dall’avvocata Donatella Ferrari per conto della Caramella Buona Onlus, ha richiesto un risarcimento complessivo di 150mila euro per la ragazza e i suoi genitori. La difesa, durante un intervento di circa quaranta minuti, ha chiesto l’assoluzione. Il giudice Rat ha accolto la richiesta della difesa, pronunciando la sentenza di assoluzione perché il fatto non sussiste e riservandosi 90 giorni per depositare le motivazioni della decisione. «La mia discussione si è incentrata sul dubbio: il dubbio che il mio assistito non sia colpevole e sulla ricostruzione del fatto contenuta nel capo di imputazione. Se permane anche un dubbio ragionevole, il giudice è vincolato ad assolvere», ha dichiarato l’avvocato difensore Noris Bucchi. Nella scorsa udienza era stato ascoltato il perito nominato dal giudice, incaricato di sovrintendere all’audizione della minore in sede di incidente probatorio. Successivamente, era stata fissata l’udienza di discussione per il caso, che si è svolto con il rito abbreviato, richiesto e ottenuto in precedenza. La prassi nei procedimenti giudiziari che coinvolgono minori prevede che il giudice nomini un perito incaricato di valutare se il minorenne è in grado di testimoniare. Durante l’udienza precedente, oltre al perito del giudice, era presente anche il consulente di parte, che ha esposto le proprie conclusioni. l © RIPRODUZIONE RISERVATA